
Una fase dell’incontro a Roma senza la presenza dell’azienda
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha scritto una lettera per chiedere un incontro ai vertici di ThyssenKrupp, proprietaria di Berco, con l’obiettivo di condividere strategie industriali e di sviluppo in Italia, anche in relazione alle attività nei siti di Copparo e Castelfranco Veneto. L’annuncio è arrivato ieri, durante l’atteso tavolo a Palazzo Piacentini. Presenti organizzazioni sindacali, istituzioni regionali e locali, mentre, come annunciato mercoledì con una comunicazione indirizzata ai lavoratori, non ha partecipato l’azienda.
Una scelta contestata duramente da sindacati, Regione e Comune di Copparo, che hanno chiesto e ottenuto l’impegno del Ministero a coinvolgere direttamente la multinazionale tedesca. La missiva inviata dal ministro Urso punta ad approfondire le strategie di politica industriale dell’azienda tedesca al fine di supportarne la piena valorizzazione in Italia. "Conosciamo l’impegno e il valore di ThyssenKrupp, con particolare riguardo a Berco – ha affermato il ministro –. È mia intenzione discutere e approfondire iniziative per lo sviluppo di questa realtà industriale presente in Italia. Questo è il dovere del Mimit e intendo esercitarlo fino in fondo". Un impegno in tal senso era atteso non solo da istituzioni locali e sindacati, ma anche dai lavoratori che ieri hanno proseguito la mobilitazione, con 8 ore di sciopero con presidio dinanzi alle portinerie dello stabilimento. Iniziativa che sarà replicata anche oggi. Perché a rischio vi sono 247 posti di lavoro, dopo l’apertura della procedura di mobilità comunicata dai vertici aziendali, cui si aggiunge la disdetta del Contratto integrativo aziendale a decorrere dal 1° marzo. Le segreterie nazionali e territoriali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm ritengono non più rinviabile l’intervento del Governo e del ministro Urso sui vertici di Thyssenkrupp per un confronto: "La volontà di distruggere quello che è un patrimonio industriale è evidente – rilevano –: nessun segnale di rilancio, nessuna relazione, esclusiva volontà a perseguire un assurdo braccio di ferro con il Paese. Regioni, Comuni e Mimit, all’unisono, si sono posti al fianco dei lavoratori, con l’obiettivo comune di tutelare ogni singolo posto di lavoro e non consentire il realizzarsi di un progetto distruttivo".
I sindacati diffidano l’Azienda "a mettere in campo comportamenti atti a limitare le legittime e democratiche iniziative di lotta. Se dovessero procedere con queste provocazioni e atteggiamenti, si assumeranno la responsabilità della drammatizzazione di un contesto sociale che potrebbe degenerare in un problema di ordine pubblico. Le strutture territoriali di Fim Fiom Uilm si attiveranno immediatamente per incontrare, insieme alle istituzioni locali, i Prefetti di ogni provincia coinvolta" e sottolineano che né loro, né i lavoratori "accetteranno il ricatto dei licenziamenti e piani industriali basati esclusivamente sui tagli dei salari". L’assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia, al Tavolo ministeriale, ha espresso l’impegno della Regione ad essere a fianco dei dipendenti "per tutte le scelte che andranno a intraprendere".