
"Accuse inventate". È l’estrema sintesi del lungo esame di Dino Pippo Internò, ascoltato ieri nel corso dell’udienza fiume del processo per la morte del calciatore argentano Donato ‘Denis’ Bergamini, ucciso il 18 novembre del 1989 in provincia di Cosenza, quando aveva 27 anni. Pippo Internò è un teste chiave per il procedimento in corte d’Assise. Il testimone è infatti il cugino di Isabella Internò, ex fidanzata di Bergamini e imputata di concorso in omicidio premeditato. L’uomo, lo ricordiamo, nel 2021 fu iscritto nel registro degli indagati per concorso nel delitto. La sua posizione fu però archiviata dal pubblico ministero Luca Primicerio. La corte, presieduta dalla giudice Paola Lucente, ha sciolto le riserve sollevate dalla difesa dell’imputata, stabilendo che l’uomo poteva essere ascoltato in qualità di teste.
"Tutto quello di cui ci accusano – ha detto il teste – è pura invenzione". Dino Pippo ha poi raccontato i suoi rapporti con Isabella e la sua famiglia: "Siamo cresciuti insieme, stavamo sempre insieme. Ora non la vedo dal funerale di mio padre (Pasqua 2023, ndr) ma ci messaggiamo tramite Whatsapp, questa mattina (ieri, ndr) mi ha mandato dei baci e ho risposto con un cuore". Il teste ha ricostruito anche la sera della morte di Denis. "Eravamo a casa dei miei genitori – ha affermato –. C’eravamo io, mio fratello Roberto, i miei genitori, mia sorella Loredana con il marito Luigi D’Ambrosio, zio Franco e zia Concetta, un altro mio zio che viveva lì vicino e mia sorella Giuliana, suo marito Francesco Arcuri è venuto dopo. Giocavamo a carte fuori mentre le donne cucinavano dentro. Poi è arrivata la telefonata di Katia che avvisava che c’era stato un incidente, era ancora giorno, c’era luce. Zio Franco, zia Concetta, Roberto e Luigi D’Ambrosio sono andati lì con la macchina di Roberto. Io mi sono fatto la doccia e poi con Francesco Arcuri e mia sorella siamo andati a casa di Isa". La presidente ha chiesto dove si trovasse nel momento in cui il fratello, il cognato, gli zii e Isabella fecero rientro dal momento che affermava di essere andato a casa di Isabella, ma di aver visto rientrare il fratello a casa della madre. L’uomo ha detto di non ricordare. Nel corso della lunga udienza sono state fatte ascoltare intercettazioni telefoniche e ambientali. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Fabio Anselmo, si è detta soddisfatta perché "il teste è fondamentale in questo processo e ha ammesso una circostanza per noi importante". L’avvocato fa riferimento alla testimonianza di Tiziana Rota, la quale ha dichiarato che una settimana prima dell’omicidio, durante una conversazione, Isabella, riferendosi ai cugini, le aveva detto "zitta che se sanno che Denis mi ha lasciata lo ammazzano".
Dino Pippo Internò in aula ha parzialmente confermato, rispondendo che si tratta "di modi di dire". Quindi Anselmo ha letto al testimone un’intercettazione con la cugina nella quale lei, raccontando di esser stata ascoltata, afferma ad un certo punto: "Pì tu lo sai, tu c’eri proprio". Lucente interrompe l’interrogatorio e chiede a Pippo di non rispondere perché l’eventuale risposta potrebbe nuocere alla posizione del testimone. Il processo riprenderà il 26 settembre. Al momento Isabella Internò non ha intenzione di sottoporsi all’esame, ma non si esclude un cambio di idea.
