Betlem, sit-in dei familiari "Cessione, fare chiarezza"

Una trentina di persone si sono trovate in segno di protesta davanti alla Curia. Righi (Fp-Cgil): "Negli anni sono stati fatti accordi che rischiano di saltare"

di Lauro Casoni

Si sono ritrovati ieri mattina una trentina di familiari di ospiti e alcuni dipendenti della Casa di Riposo Betlem, davanti all’arcivescovado di Ferrara, per esprimere tutta la preoccupazione per il futuro dei loro cari e soprattutto per quello della struttura stessa data ormai per acquisita da Coop Serena. La cessione dall’Opera Arcidiocesana di Preservazione della Fede gestita dalla Curia Arcivescovile è prevista infatti per l’inizio di febbraio 2023.

Anche tra i dipendenti c’è agitazione e lo si era già capito durante l’iniziativa dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil davanti alla sede Betlem di via Giuseppe Fabbri dello scorso novembre. "Il passaggio dal contratto Agidae attuale a quello delle cooperative del settore sociale è sicuramente meno remunerativo – ha spiegato Marco Righi rappresentante della Fp Cgil – e rischierebbe di far saltare tutti i diritti acquisiti della contrattazione aziendale negli anni. Oggi ci sarà un incontro tra i sindacati e le aziende che si terrà in Confcooperative e lì cercheremo di capire quale prospettiva avranno i lavoratori e come sarà gestita la struttura. La legge consente ai dipendenti la sostituzione con contratti di pari livello, ma in Betlem, durante gli anni sono stati messi in essere accordi aziendali specifici che noi vogliamo vengano mantenuti".

"Più di una volta – spiega Angela Carioli portavoce, ieri mattina, di tanti familiari ospitati nella casa di riposo di via Fabbri – abbiamo ribadito la professionalità e l’approccio umano dei dipendenti verso i nostri cari non sempre riscontrabile in altre simili strutture, ci sono poi motivazioni religiose personali per ognuno di noi che hanno condotto a scegliere questa struttura e soprattutto l’esistenza della salvaguardia dell’autonomia dell’anziano. Poi c’è anche un aspetto economico importante nel momento in cui le rette delle cooperative sono conosciute e non sempre concorrenziali rispetto a Betlem dove, a parità di costi, il servizio è migliore". "Su questi punti – continua Carioli – abbiamo chiesto di essere incontrati con le istituzioni cittadine senza ricevere nessuna risposta. Siamo ancora in attesa di chiarimenti e che qualcuno ci spieghi quale progetto ha per Betlem e di conseguenza cosa dobbiamo aspettarci in futuro".

Altro aspetto, non secondario, uscito da alcuni dei familiari al sit-in di ieri, "è la scarsa trasparenza con cui sono stati gestiti i nuovi ingressi in un momento successivo alla decisione non comunicata a nessuno di cedere la struttura a Coop Serena. Probabilmente la decisione di collocare i propri cari nella struttura Betlem sarebbe stata valutata in modo differente".