Bibite gassate a forte rischio. "Co2, impianti fermi fino ad agosto"

Un segmento di Yara produce l’anidride carbonica per la Coca-Cola. Addonisio (Uil): "Caro metano, arrivato lo stop"

Bevande gassate a rischio "Co2, impianti fermi fino ad agosto"

Bevande gassate a rischio "Co2, impianti fermi fino ad agosto"

Ferrara, 10 luglio 2022 - Temete, voi che bevete Coca-Cola, Fanta e Sprite. Quest’estate, rischiate di dover per forza virare sull’acqua. Rigorosamente naturale. Sì perché, per via del caro metano, l’anidride carbonica scarseggia. E, uno degli impianti di produzione della Co2 più importanti – che rifornisce, per mezzo di un’altra azienda – player internazionali come Coca Cola, è proprio al Petrolchimico. Un impianto che fa capo a Yara. A raccontarci le ragioni di questa mancanza, è il delegato rsu dell’azienda, per la Uil, Giuseppe A ddonisio.

Addonisio, Yara è celebre per la produzione di urea e ammoniaca. La Co2 è una nuova frontiera?

"No, per la verità la Co2 è uno dei componenti che serve per la produzione, in particolare, dell’urea. Dal momento che a seguito dei processi avanzava tanta anidride carbonica, l’azienda ha deciso di stoccarla e venderla, mediante un altro soggetto, ai grandi produttori di bevande gassate come Coca-Cola, Sprite e Fanta".

Come funziona lo stoccaggio?

"Riusciamo a stoccare la Co2 in fase liquida a temperature molto basse. L’anidride viene poi analizzata per accertarne la purezza, in modo da aver la sicurezza di poterla utilizzare nelle bevande. A quel punto, si procede con la vendita".

Come si giustifica questo blocco produttivo?

"Recentemente c’è stato un guasto al ’forno’ che crea il vapore funzionale al ciclo produttivo di ammoniaca e urea. Guasto poi riparato, ma il caro energia ha fatto il resto".

Ovvero?

"Da quando il metano ha raggiunto prezzi di mercato esorbitanti, è arrivato l’ordine dall’azienda di bloccare gli impianti. Dunque, essendo fermi i cicli produttivi di ammoniaca e urea, di conseguenza non c’è neanche anidride carbonica. D’altra parte il costo per far funzionare gli impianti, con gli attuali prezzi del metano, sarebbero davvero esorbitanti e non si riuscirebbero a scaricare sul prodotto finale".

Qual è il consumo di metano per il ’forno’?

"L’impianto utilizza qualcosa come 75mila metri cubi di metano all’ora. Una mole di energia che corrisponde al metano utilizzato per servire, l’intera giornata, tutte le utenze dell’intera città. Ecco spiegato il motivo del blocco".

Quando si ipotizza la ripartenza degli impianti di produzione di urea e ammoniaca, e quindi di anidride carbonica?

"Ancora dall’azienda non sono state fornite indicazioni chiare in questo senso. A ogni modo, realisticamente la produzione riprenderà in agosto. La cosa importante, tuttavia, è che nessun addetto è stato messo in cassa integrazione e tutti noi stiamo continuando a lavorare".