Bimbo annegato in piscina, indagini chiuse

Il pm Longhi ha inviato gli avvisi alla madre del piccolo Maxsimiliano e al titolare dell’agriturismo: "Entrambi hanno responsabilità"

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Della morte del piccolo Maxsimiliano Grandi, annegato in piscina a soli 4anni, dovranno rispondere in due: la madre del bimbo, la 45enne Veronica Romanelli, e il titolare dell’agriturismo ‘Ca’ Laura’ di Bosco Mesola, il 69enne Gabriele Mantovani. È quanto ha stabilito il sostituto procuratore Stefano Longhi, chiudendo l’inchiesta sulla tragedia avvenuta nel pomeriggio del 12 luglio 2020 nella struttura della frazione mesolana. I due indagati sono accusati di omicidio colposo e ora rischiano di finire a processo. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, entrambi, seppur in maniera diversa, avrebbero contribuito a cagionare la morte del piccolo o a non evitarla. La madre non lo avrebbe sorvegliato in maniera adeguata, lasciandolo quindi "incustodito" per un "rilevante" lasso di tempo in un luogo "obiettivamente pericoloso" a causa della presenza della piscina degli adulti. Vasca nella quale il piccolo, che non sapeva nuotare, è poi caduto. Al secondo viene invece contestato di non aver messo in atto "adeguati presidi di assistenza e salvataggio" nell’impianto natatorio. In particolare, puntualizza il pm, non avrebbe garantito la presenza di un bagnino per la vigilanza della piscina e per possibili interventi di salvataggio o primo soccorso. E questo in violazione sia di una specifica normativa regionale che del manuale per il funzionamento della piscina adottato dall’azienda. Quel pomeriggio, stando alle ricostruzioni dei carabinieri, il piccolo si era allontanato dalla madre e, senza che nessuno se ne accorgesse, era caduto nella vasca degli adulti, annegando. La morte sarebbe sopraggiunta nell’arco di "alcuni minuti", anche se su questo aspetto non c’è piena concordanza tra le perizie. Comunicata la fine dell’inchiesta, ora la palla passa agli indagati che potranno decidere di farsi interrogare o produrre documenti difensivi. Dopodiché, il pubblico ministero deciderà sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Persona offesa nel procedimento è il padre del bambino, assistito dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini. I legali degli indagati hanno iniziato ad affilare le armi. L’avvocato Mirca Ferrari, legale di Mantovani, ha preferito non commentare, limitandosi a confermare di essere già al lavoro con il suo assistito per studiare la linea difensiva. Poche parole dall’avvocato Gianni Ricciuti, difesa Romanelli. "Ne prendiamo atto – ha dichiarato -, rimanendo un po’ sorpresi in virtù soprattutto delle risultanze della consulenza medico legale del pm. La relazione stabiliva che erano passati pochi minuti da quando il bimbo era caduto in acqua e annegato e che nulla poteva essere fatto per evitare l’evento. Nonostante tutto - conclude -, affronteremo anche questa prova".

Federico Malavasi