Biometano, ipotesi impianto ridotto "Confronto tra cittadini e azienda"

Nelle scorse settimane c’è stato un primo incontro tra la Giunta, la ditta e alcuni residenti dubbiosi. Lodi: "Con dimensioni più contenute si può fare. Il Pd strumentalizza, ma i ferraresi sono coinvolti"

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di Federico Di Bisceglie

L’impianto di biometano che l’azienda Apis vorrebbe costruire tra via Pomposa e via Ponte Assa, continua a far discutere. L’altro ieri, a sollevare ancora il problema dell’impianto e della "scarsa condivisione" con i cittadini, è stato il Pd attraverso una mozione. La bocciatura alla realizzazione dell’impianto era arrivata dal Consiglio Comunale, nel febbraio scorso. Ma qualcosa, nel frattempo, si è mosso. Ora pare che l’azienda voglia non solo condividere il percorso con i residenti della frazione di Villanova, ma avrebbe promesso al Comune di realizzare un impianto dimensionalmente dimezzato, portandolo dalla capacità di trattare cento tonnellate all’anno di biomasse a trattarne solo cinquanta. Non solo. Nelle scorse settimane in Comune è stata organizzata una riunione tra l’amministrazione, l’azienda e un gruppo di residenti per discutere del nuovo impianto e, sopratutto, delle opere di compensazione ambientale che l’azienda dovrà realizzare per bilanciare la presenza del nuovo impianto. Il principale dubbio che attanaglia i cittadini è quello legato al traffico che la centrale porterebbe in dote a Villanova. Ma andiamo alle opere di compensazione. Originariamente, l’azienda a fronte della realizzazione dell’impianto si impegnava a realizzare opere compensative per un ammontare di circa duecentomila euro. In questo senso, Apis aveva avanzato tre proposte. La prima riguarda un’opera di mitigazione ambiatele. Segnatamente l’impresa si farebbe carico della forestazione urbana sull’area di proprietà del Comune lungo la via Pomposa. Nel progetto si parla di sei o settemila metri quadri di forestazione. La seconda azione di compensazione sarebbe quella di realizzazione un impianto di illuminazione per un tratto di via Ponte Assa (che attualmente ne è sprovvista). Il terzo intervento dovrà essere realizzato dalla ditta, in una frazione, sulla base di una specifica indicazione dell’amministrazione. Tutto questo era stato proposto dalla ditta a fronte della realizzazione di un impianto da 100 tonnellate. Probabilmente, le proporzioni ora cambieranno. Ciò che senz’altro verrà modificato è "l’approccio metodologico". A confermarlo è il vicesindaco Nicola Lodi che, nelle scorse settimane, ha organizzato il confronto tra i residenti – molti dei quali perplessi circa la costruzione dell’impianto – e l’azienda. "Stoppando l’iter autorizzativo nei mesi scorsi – spiega Lodi – in realtà abbiamo fatto un passo avanti verso la mediazione, perché quell’impianto sarebbe stato eccessivo e avrebbe impattato troppo sulle frazioni. Ora però, l’azienda propone un altro impianto, di dimensioni dimezzate, e sopratutto si propone di condividere il progetto e le relative opere di compensazione ambientale con i residenti stessi". Ed è questo il punto nevralgico, peraltro contestato proprio dall’opposizione. "Tutte le opere di compensazione – spiega Lodi – saranno condivise con la cittadinanza e realizzate, per quanto possibile, in ossequio alle loro istanze". Ciò che invoca l’amministratore, in questo momento, è la "responsabilità". "Partendo dal presupposto che l’iter autorizzativo per la realizzazione dell’impianto è in capo ad Arpae e che il Comune ha competenza solo su urbanistica e viabilità – scandisce – mi aspetto che, a breve, sia convocato un tavolo di concertazione con tutti gli attori coinvolti: Provincia, Arpae, Comune e cittadini". Dunque dopo le iniziali titubanze espresse dall’amministrazione stessa in ordine alla realizzazione dell’impianto, ora l’orizzonte sembra più definito. Anche perché il timore dell’amministrazione è che l’azienda possa opporsi al diniego del Comune "e realizzare l’impianto di grandi dimensioni". Di qui l’appello all’opposizione. "Sarebbe meglio – la stoccata del numero due della Giunta – che il Pd evitasse di presentare mozioni strumentali. Sarebbe invece più utile favorire il confronto con i cittadini". Cosa che Lodi promette di fare "a partire da settembre".