MATTEO RADOGNA
Cronaca

Bonifica dopo l’aviaria e caporalato: "Non ci eravamo accorti di nulla"

Processo, l’ex responsabile del servizio veterinario dell’Ausl sentito come testimone: effettuò i controlli dopo l’epidemia. Oltre ai subappalti scoperti alla fine dei lavori, le condizioni al limite degli operai sottopagati e sfruttati.

Processo, l’ex responsabile del servizio veterinario dell’Ausl sentito come testimone: effettuò i controlli dopo l’epidemia. Oltre ai subappalti scoperti alla fine dei lavori, le condizioni al limite degli operai sottopagati e sfruttati.

Processo, l’ex responsabile del servizio veterinario dell’Ausl sentito come testimone: effettuò i controlli dopo l’epidemia. Oltre ai subappalti scoperti alla fine dei lavori, le condizioni al limite degli operai sottopagati e sfruttati.

"Non erano emerse irregolarità, ogni tre giorni c’erano controlli a sorpresa. Venivano verificate le corrette procedute di bonifica e se, durante le operazioni, il personale indossasse le tute protezione e i vari strumenti. Questo era il nostro compito. Se controllavamo a fine turno l’uso che veniva fatto delle tute di sicurezza? Secondo normativa non devono essere portate a casa, ma su questo punto non c’erano state verifiche. Il nebulizzatore per sanificare i lavoratori? Ho visto io stesso che veniva usato, ma non so se questo accadesse sempre". Così ieri in tribunale il coordinatore del servizio veterinario dell’Ausl, che nel 2017 nell’impianto Eurovo di Codigoro si occupava dei controlli sulle procedure di bonifica di circa 800mila polli (colpiti da aviaria). Il coordinatore (ora in pensione) è stato sentito su come venivano effettuati i controlli. La querelle giudiziaria iniziò dopo un incidente stradale mortale che si verificò nella notte tra il 25 e il 26 novembre del 2017 e che coinvolse un furgone, il quale trasportava dei lavoratori. A perdere la vita fu il conducente Lahmar El Hassan, 62enne marocchino. Da qui scattarono delle indagini, che portarono a scoprire le pesanti condizioni di lavoro. I lavoratori sentiti nel corso delle precedenti udienze hanno raccontato che a ognuno di loro era stata data una tuta per proteggersi, da lavare a fine lavoro. Così come i calzari. Impossibile farlo, nella realtà, dato che i turni erano a ruota continua, con in più due ore di viaggio, e non sarebbero mai asciugati in tempo. È il leit motiv dei racconti dei lavoratori stranieri impiegati nella bonifica delle aie dello stabilimento Eurovo di Codigoro, dove nel novembre 2017 era scoppiata un’epidemia di aviaria. Si tratta del più grosso processo per caporalato a Ferrara, che vede imputati a vario titolo i legali rappresentanti di quattro cooperative: la forlivese Cooperativa Agricola del Bidente (Elisabetta Zani, Gimmi Ravaglia e Ido Bezzi, dipendente) che aveva preso l’appalto dall’Asl, poi Abderrahim El Absy della cooperativa Work Alliance di Cesena, Ahmed El Alami della Agritalia di Verona e Lahcen Fanane della Veneto Service di San Bonifacio (Verona). Durante le indagini del pm Andrea Maggiori era emerso che la bonifica era stata fatta anche ricorrendo il supappalto, che si era scoperto soltanto alla fine degli interventi di smatilmento. Il lavoro, infine, veniva pagato "7 euro all’ora", come ha riferito uno degli ex operai, sia di giorno che di notte.

Matteo Radogna