
Uno degli ingressi del tribunale di via Borgo dei leoni (. foto di repertorio
Quello approdato ieri in tribunale è uno dei tanti episodi di violenza che hanno insanguinato le strade del Gad nell’estate del 2018. Aggressioni e agguati a colpi di bottiglia, bastone o machete culminati con il tentato omicidio di via Olimpia Morata e poi proseguiti per settimane. Un lungo regolamento di conti che vide protagoniste due bande rivali, il clan nigeriano degli Arobaga Vikings (ritenuto in due gradi di giudizio un’associazione mafiosa, con processo pendente in Cassazione) e i connazionali Eiye. Una delle ultime tappe di quella scia di vendette incrociate vede oggi imputati due nigeriani di 29 e 31 anni, Lucky Uwadia detto ‘Small’ e Hassan Braimah, detto ‘Odion Igu’. La coppia deve rispondere (in concorso con altri) di rapina e lesioni ai danni di un soggetto ben noto alle cronache, Felix Tuesday, già condannato in Appello come membro degli Arobaga Vikings.
I fatti al centro del processo iniziato ieri davanti ai giudici del collegio si sono verificati il 28 agosto del 2018. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti si tratterebbe di una ritorsione ai danni di un esponente degli Arobaga dopo il raid di via Olimpia Morata, dove a rimanere a terra ferito sotto i colpi dei machete dei Vikings fu Stephen Oboh, ritenuto uno dei capi degli Eiye. Quel giorno di fine agosto i due imputati (insieme ad altri quattro soggetti tra cui lo stesso Oboh, le cui posizioni sono però state stralciate) avrebbero quindi raggiunto il Viking Tuesday in piazzetta Castellina per poi assalirlo a colpi di machete, cocci di bottiglia, pugni e calci. Dopo averlo pestato gli avrebbero strappato il portafoglio contentente 70 euro e quattro telefoni cellulari. La vittima se la cavò con tagli e contusioni giudicati guaribili in una settimana.
Ora, a sette anni dai fatti, anche quell’episodio della faida del Gad è approdato davanti ai giudici. Ieri mattina si è tenuta l’udienza filtro, durante la quale sono state affrontate alcune questioni preliminari. Il tribunale ha poi aggiornato al 19 novembre per entrare nel vivo del processo e ascoltare i primi testimoni. Tra questi dovrebbe esserci anche la persona offesa, attualmente detenuta nel carcere di Cosenza e di cui è stata chiesta la presenza in aula.
f. m.