"Braccianti stranieri tra i filari Solo così salviamo i nostri raccolti"

Non si trovano più dipendenti italiani, gli imprenditori ricorrono alla manodopera che arriva dall’estero. Un coltivatore: "Ho offerto lavoro a chi aveva il reddito di cittadinanza, mi ha detto che preferiva il sussidio"

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"Venivano una volta le donne in campagna, le andavi a prendere con il furgone. Quando l’ultima generazione di lavoranti ha compiuto l’età della pensione tra i filari si è fatto il vuoto". Emanuele Zucchini, 53 anni, da quattro generazioni lavora la terra nella sua azienda agricola a Fossanova San Marco, frazione che conta 663 abitanti. Forse per l’esperienza, magari per una sorta d’istinto ha giocato d’anticipo sui tempi. Da 17 anni a raccogliere fragole e asparagi ci pensano, cassette al braccio, 8 dipendenti che arrivano dalla Polonia, la patria di sua moglie. "Senza di loro – racconta – non saprei come fare, sono anni che non si trova più manodopera italiana"

Gli studenti non si fanno avanti?

"Una volta quando si era ragazzi si finiva la scuola per andare in campagna, adesso quei tempi sono morti e sepolti. Qualche studente si è presentato, questo sì"

Com’è andata?

"Mi ha detto in quali giorni era disponibile, ha escluso il fine settimana e agosto perché doveva andare in ferie. Poi quando capiscono che per raccogliere le fragole e gli asparagi devi piegare la schiena si fanno di nebbia. Non è colpa mia se le fragole non crescono sugli alberi"

Ha avuto dipendenti con il reddito di cittadinanza?

"Posso rispondere alla domanda di riserva?"

Che cosa è successo?

"Sono riuscito a contattare qualcuno che percepiva il reddito di cittadinanza, gli ho chiesto de voleva venire a lavorare da me. Mi ha risposto che non se ne parlava proprio. Meglio i soldi senza fare nulla, mi ha fatto capire a chiare lettere"

Ci sono i profughi che arrivano dall’Ucraina

"Qui, vanno fatte meglio le leggi. Se trovano un lavoro, anche temporaneo, viene sospeso il credito di 30 euro al giorno"

Insomma, per fortuna c’è sua moglie

"Veramente, ormai i dipendenti – ci tengo a precisare che lavorano in regola con tanto di contributi versari – sono diventati di famiglia. Ogni anno vengono qui per la raccolta"

Ha figli?

"Due ragazze. Una lavora con la Coldiretti, l’altra studia ancora"

Seguiranno la sua strada?

"In questo momento non lo consiglio proprio, sono tempi difficili per chi lavora la terra. Magari un giorno le cose cambieranno"

Produce e vende...

"Sì, ho uno spaccio di Campagna Amica con i prodotti della mia terra. Nelle cassette ci sono derrate di stagione, a chilometro zero. E sinceramente non riesco a capire come alcuni colleghi, certo non tanti, mettano in vendita le melanzane a maggio, o altri prodotti che in quel momento in campagna non ci sono. Così ti giochi la fiducia della gente".

Mario Bovenzi