Ferrara, bullismo: alta tensione in molte scuole»

Vincenzo Galasso: "Minacce e intemperanze, ecco l’esposto"

L’emergenza bullismo riguarda diverse scuole ferraresi

L’emergenza bullismo riguarda diverse scuole ferraresi

Ferrara, 24 aprile 2018 - «Molti docenti hanno paura dei presidi, degli alunni e dei genitori». Vincenzo Galasso, avvocato e docente di diritto nelle scuole superiori, si schiera dalla parte «dell’insegnante di Lucca: peccato che quello che gli è successo, è applicabile anche a vari istituti ferraresi, fortunatamente non a quello in cui insegno ora...». A sostegno della tesi, ecco l’esposto che lo stesso Galasso ha inviato al dirigente scolastico di una scuola della provincia, nel dicembre 2016: «Un giorno ho messo una nota a due studenti che si sporgevano pericolosamente a una finestra. Vedendo cosa stavo scrivendo sul registro, uno dei due si è lanciato verso verso di me, e ha iniziato a dare pugni sulla cattedra intimandomi di smettere».

E nei confronti di un compagno di classe che aveva detto all’insegnante («quel giorno fungevo da supplente», ricorda Galasso) il nome dei responsabili, è scattata l’intimidazione: «Uno dei due l’ha minacciato, con parole irriferibili, poi è uscito dall’aula picchiando sulla porta». Tutto a verbale, scritto e firmato: «Ho segnalato l’accaduto alla vicepreside, ho indirizzato l’esposto al preside, ma mi risulta che il Consiglio di classe non abbia preso il minimo provvedimento». Neppure nei confronti di un altro alunno, anch’egli registrato nelle note di Galasso, «che avevano messo i banchi uno sull’altro, consentendo a un ragazzo di arrampicarsi come Tarzan sino al soffitto». E per non far mancarsi nulla, «in varie circostanza qualche alunno non identificato ha lanciato la sedia contro gli altri compagni».

Per l’avvocato e insegnante part time, non si tratta di un caso isolato: «Non credo di essere particolarmente sfortunato io – sorride Galasso –, ma in un’altra scuola superiore della provincia mi è capitato di riprendere un alunno che aveva portato il pallone in classe, e si era messo a palleggiare. Gli ho intimato di smettere, ha iniziato a chiamarmi ‘ricc***ne’, ‘ricc***ne’. Ho visto colleghe insegnanti uscire piangendo dall’aula, per la frustrazione e l’impotenza. Una mi ha raccontato che mentre stava spiegando, alcuni studenti le lanciavano palle di carta, e non era solo di un gesto goliardico». Non si tratta, ovviamente, della situazione generale della scuola ferrarese: «Vero, ma ora anche nella nostra provincia il problema sta emergendo nella sua ampiezza – incalza Vincenzo Galasso –; in molti istituti questi episodi sono ormai routine, e così vengono penalizzati innanzitutto gli studenti che vogliono crescere. Bastano due o tre soggetti come quelli in cui sono incappato io, per rendere impossibile lo svolgimento regolare delle lezioni».

Gli esposti alle autorità scolastiche spesso non hanno effetto: «C’è sicuramente qualche preside che si preoccupa più del numero degli iscritti, piuttosto che di garantire la qualità didattica. Posso persino comprenderlo – aggiunge Galasso –, ma siamo vicini a un punto di rottura. I professori non possono essere psicologi, per capire le carenze educative che forse nascono nelle famiglie, né possono trasformarsi in body guard. Devono trasmettere il loro sapere, ed essere messi in condizione di farlo con la necessaria serenità». Come? «Anche allontanando dalla scuola i bulli, o come vogliamo chiamare questi studenti irresponsabili, senza sentirsi colpevolizzati. Una volta, erano gli studenti a provare soggezione, e in qualche caso un sano timore, per gli insegnanti e i presidi – conclude l’insegnante di diritto –: adesso è invece il corpo docente a trovarsi con le mani legate, e provare ansia solo al pensiero di entrare in qualche classe».