Cadavere nel Po, disposto l’esame del Dna

Ancora senza nome la donna fatta a pezzi. Gli inquirenti escludono che sia Andreea Rabciuc, la ragazza scomparsa ad Ancona

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di Mario Tosatti

Sull’identità del corpo ritrovato lungo il fiume Po, gli inquirenti escludono la pista marchigiana che porta ad Adreea Rabciuc, la ragazza di Ancona scomparsa dopo una festa. Non ha ancora un nome la donna fatta pezzi e ritrovata in un borsone, affiorato dalla secca del fiume in prossimità del ‘parco della rotta’ di Occhiobello. Sul fronte delle indagini, infatti, al momento nessun profilo compatibile di giovane ragazza scomparsa. Sono stati effettuati i prelievi di materiale biologico finalizzati alla individuazione del profilo genetico. Non si conosce al momento il riscontro del DNA, che si attende nei prossimi giorni. Un elemento fondamentale per poi eseguire l’incrocio dello stesso con la banca dati delle persone scomparse recentemente. A seguito delle indicazioni emerse dall’autopsia è stato chiarito come la vittima sia una giovane donna di carnagione chiara, con un’età presumibile sotto i 30 anni e deceduta da dieci massimo tre settimane circa.

Questi finora alcuni degli elementi principali delle indagini. I riscontri dei primi esami hanno dato alcune certezze. Infatti, hanno escluso le ipotesi dei profili, emersi inizialmente, di alcune donne scomparse da tempo. Tra queste Isabella Noventa, 55 anni uccisa il 15 gennaio 2016 a Noventa Padovana (Pd) il fratello Paolo Noventa, arrivato fino ad Occhiobello, ha confermato che non può essere lei. Altro caso quello di Samira El Attar, 43anni uccisa dal marito e scomparsa da Stanghella (Pd) il 21 ottobre 2019 e Saman Abbas, la giovane pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021. Tra le ultime ipotesi il caso di Adreea Alice Rabciuc, 27anni di origini rumene, residente a Maiolati Spontini (Ancona), ripreso mercoledì sera dal programma ‘Chi l’ha visto?’. La giovane è scomparsa il 12 marzo scorso, dopo una festa in un casolare di Castelplanio (Ancona), di cui non si hanno notizie da allora. Altro profilo che non ha avuto rispondenza. La cronaca di questa terribile vicenda è iniziata nella mattinata di lunedì 4 aprile. Quando un dipendente dell’Aipo, Davide Martini, con la propria imbarcazione durante un monitoraggio della sponda del fiume, ha ritrovato il borsone. A catturare la sua attenzione alcuni lembi di vestito colorato, che fuoriuscivano dalla sacca e un forte odore. Il tutto è stato poi segnalato ai carabinieri che sono giunti sul posto.