Caldo, crisi idrica a Ferrara: restano dieci giorni di autonomia

Il presidente Calderoni: "Rischiamo di dover fare i turni per irrigare i campi". E il livello del Po ha toccato ieri il record negativo

Il livello del Po ieri era a 5,99 metri sotto lo zero idrometrico

Il livello del Po ieri era a 5,99 metri sotto lo zero idrometrico

Ferrara, 24 giugno 2021 - "Abbiamo ancora una decina di giorni di autonomia poi, se non dovesse piovere, saremo costretti a distribuire l‘acqua secondo turni". Il grido d‘allarme arriva da Stefano Calderoni, presidente del Consorzio di Bonifica, che non utilizza giri di parole. Il clima sta mettendo in ginocchio il territorio ferrarese ed, in particolare, il comparto agricolo. Il cielo non rilascia una goccia d‘acqua da praticamente un mese e le scorte dell‘oro blu sono quasi finite.

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"Siamo in una fase estremamente delicata per il settore – prosegue –. La richiesta di acqua, date le alte temperature, è importante: al momento riusciamo a garantire il servizio senza limiti, ma la prossima settimana sarà determinante". Il rischio, come detto, è quello di dover centellinare ogni litro. E le Bonifiche si stanno già organizzando in tal senso, mettendo a punto un piano di turni: ogni agricoltore, dunque, potrebbe ricevere l‘acqua secondo una tabella precisa. "Dipendiamo molto dal Po – incalza Calderoni – e i livelli attuali del fiume sono decisamente bassi. Servirebbero piogge sulle Alpi o sull‘Appennino. Ma tanto dipende anche dal rilascio dei laghi, come il lago Maggiore: in quelle zone sono restii a far defluire l‘acqua negli affluenti del Po perché vogliono mantenere un livello alto all‘interno del bacino".

Il motivo è, prettamente, legato al turismo. Un lago vuoto o comunque in sofferenza non attrae visitatori e, dunque, risorse economiche. Se ad oggi, però, la situazione è ancora tutto sommato gestibile è merito del mese di maggio: "E‘ piovuto un po‘ più del previsto in quel periodo – analizza ancora il numero uno di Bonifiche – e siamo riusciti ad immagazzinare un po‘ di acqua. Però giugno è stato un mese complicato, da minimi storici". E a sottolineare questo trend ci sono anche i dati di Aipo. L‘agenzia interregionale del Po, infatti, monitora costantemente i livelli del grande fiume. Con numeri che, purtroppo, non lasciano spazio a grandi speranze. Ieri, ad esempio, intorno alle 14, a Pontelagoscuro l‘acqua ha toccato quota -5,99 metri sotto lo zero idrometrico. Si tratta del record, ovviamente negativo, degli ultimi trenta giorni. E ciò che più allarma è che la curva continua a scendere. Se il primo giugno il livello era a -5,11 metri, a metà mese c‘è stata una lieve ripresa, salvo poi crollare nuovamente nelle ultime ore. Ma c‘è di più. Il confronto con dodici mesi fa, infatti, è impressionante: a giugno 2020, ad esempio, a Pontelagoscuro non si scese mai sotto quota -5,21 metri e, addirittura, per una decina di giorni (dal 10 al 20) si rimase intorno ai -2 metri. E lo stesso discorso vale anche per gli anni precedenti. Per ritrovare un valore negativo che si attesti intorno ai sei metri sotto il livello idrometrico – sempre in riferimento al mese di giugno – tocca infatti tornare indietro nel tempo sino al 2017. In quell‘occasione, lunedì 26 il Po si abbassò fino a -6,50 metri.  

A differenza di quest‘anno, però, in passato c‘è sempre stato qualche giorno piovoso che ha interrotto le sofferenze dei campi. Adesso, invece, le perturbazioni latitano da diverso tempo. A chi lavora la terra della provincia, dunque, non rimane altro che sperare in una sorta di miracolo. Una pioggia improvvisa che dia respiro alle Bonifiche e, di conseguenza, a tutto il comparto agricolo. Matteo Langone