Ferrara, tari, test sui piccoli artigiani: con la calotta si risparmia

E per le utenze domestiche nessun rincaro

Il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore Caterina Ferri all’incontro tra Cna ed Hera (foto Businesspress)

Il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore Caterina Ferri all’incontro tra Cna ed Hera (foto Businesspress)

Ferrara, 5 dicembre 2017 - Davanti a una calotta ci sono un artigiano, un’estetista e un piccolo industriale. Non è l’inizio della classica barzelletta, ma le prime tipologie di utenze non domestiche su cui ieri Comune ha diffuso le simulazioni reali dell’impatto della nuova Tari. Evidenziando, spiega l’assessore all’Ambiente Caterina Ferri, «che tendenzialmente chi terrà comportamenti virtuosi, restando entro il tetto dei conferimenti annuali, spenderà meno che in passato». Anche optando, come è facile pensare per le attività produttive, non alla ‘Carta Smeraldo’ ma al contenitore da 360 litri.

MA ANDIAMO con ordine, partendo proprio dal laboratorio artigiano. Utilizzando la ‘calotta’ per l’indifferenziata, e non superando il limite stabilito in 40 svuotamenti, il risparmio secco sarà dell’11,22%; adottando invece un contenitore da 360 litri, l’aumento previsto è del 15% (2.249 euro contro i 1.955 della Tari attuale). Tuttavia per le attività economiche, diversamente da oggi, sarà possibile recuperare il 10% di Iva: perciò, restando al piccolo-medio artigiano, il rincaro con il bidone da 360 litri non sarà di 300 euro, ma di 90. E passiamo al salone di bellezza (100 metri quadrati): qui spunta il primo caso da correggere, perché anche rispettando il tetto degli svuotamenti con la Carta Smeraldo si passa da 391 a 407,59 euro (che calano a 370,54 scomputando l’Iva). «Per questa, e altre tipologie di attività per le quali il passaggio alla nuova tariffa fa scattare un rincaro automatico – rassicura l’assessore Ferri – stiamo studiando specifiche agevolazioni». Perché nella ‘rivoluzione’ dei rifiuti, prosegue l’amministratrice, «non esiste, né dal nostro punto di vista deve esistere, una categoria per cui aumenta il costo: tutto dipenderà dai comportamenti dei singoli utenti, privati o non domestici che siano».

È CHIARO tuttavia che per molte attività (riferimento ieri all’artigianato, ma presto arriveranno anche i dati per il commercio e gli altri settori), sarà quasi impossibile restare dentro i 40 svuotamenti nella calotta. Per lo stabilimento industriale da 2500 metri quadrati (ultimo esempio illustrato ieri in Cna), riuscire a non superare il tetto dell’indifferenziata, comporterebbe un risparmio del 10% circa. Ricorrere invece al bidone da 360 litri, farebbe scattare un rincaro del 10%: «Ma con il recupero dell’Iva la spesa sarebbe equivalente a quella attuale», conteggia la Ferri. Evidente che aumentando il numero degli svuotamenti (per il bidone da 360 litri ne sono previsti 26), o richiedendo un contenitore più grandi, si affrontano spese molto più consistenti: «Queste simulazioni sono state effettuate su un costo di svuotamento di 0,063 euro al litro – spiega l’assessore –: in pratica, ogni conferimento supplementare costerebbe 1,90 euro. Noi puntiamo a portarlo a 1,80 e non di più».

ECCO dunque le prime cifre ufficiali, cui nei prossimi giorni seguiranno quelle del commercio e, soprattutto, per i privati. Per le utenze domestiche, trapela un dato, o meglio una sensazione: nessuna categoria di cittadini (a prescindere dal tipo di famiglia alla dimensione dell’alloggio) pagherà più di oggi. A patto, ovviamente, di non abusare della calotta, quasi fosse una slot machine.