Campo nomadi, Lodi dal giudice Nasca paga e ‘cancella’ il reato

Per la demolizione che è costata le imputazioni per usurpazione di funzione e abbandono rifiuti il vicesindaco tornerà in aula a maggio. Con lui sarà processato Sortini, il titolare dell’azienda

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FERRARA

Ventiquattro ore dopo l’udienza in cui lunedì il vicesindaco Nicola Lodi è comparso davanti al giudice per la vicenda del carretto musicale, ieri ancora un’altra udienza che lo vede imputato, questa volta per lo smantellamento del campo nomadi. Usurpazione di funzione pubblica, violazione della normativa di sicurezza sui cantieri e abbandono dei rifiuti le accuse per cui sarà processo il vicesindaco. Caduta da tempo l’accusa più grave, cioè l’abuso di ufficio. Lodi, nel castello accusatorio costruito dal pm Ciro Alberto Savino viene ritenuto l’ideatore ideatore e l’artefice dello sgombero del campo. A processo con lui, per altri reati, Rosario Nasca, pilota del drone che ha sorvolato l’area durante le attività (avvocato Irene Costantino), e Marco Sortini, legale rappresentante della società Sortini Franco & Marco Srl a cui era stata affidato l’appalto per la demolizione delle baracche (avvocato Maria Spina). Al termine dell’udienza di ieri il giudice ha fissato la prossima al 16 maggio, quando inizierà il dibattimento per Lodi (assistito dagli avvocati Carlo Bergamasco e Ciriaco Minichiello) e per Sortini. Mentre Nasca ha deciso di oblare, pagando cinquecento euro.

Lo sgombero. L’episodio risale al 2 ottobre del 2019, giorno in cui era stata fissata l’ operazione di sgombero del campo, cioè delle baracche ormai rimaste vuote. Un’operazione avvenuta alla presenza della stampa e di un gruppo di cittadini, nel corso della quale lo stesso vicesindaco salì a bordo di una ruspa per dare il via all’abbattimento di ciò che restava delle strutture. A portare l’episodio all’attenzione della procura, fu una serie di esposti che mettevano in luce alcuni presunti illeciti che sarebbero stati commessi in quella circostanza. Segnalazioni che, a due anni esatti dall’accaduto, si sono trasformati in contestazioni formali. Secondo chi ha indagato, l’amministratore avrebbe affidato in appalto, direttamente e gratuitamente, i lavori di demolizione alla ditta Sortini. Il tutto, sostengono gli inquirenti, sulla base di un accordo verbale e senza coinvolgere l’ufficio opere pubbliche del Comune. A Lodi vienecontestato il reato di usurpazione di funzioni pubbliche in quanto si sarebbe attribuito un ruolo che – pur essendo vicesindaco – non poteva ricoprire. In particolare, spiega il pubblico ministero, si sarebbe attribuito la qualifica di committente dei lavori al posto del Comune e di responsabile unico del procedimento, incaricando "a voce" la ditta che poi ha eseguito la demolizione del campo. In concorso con Sortini, Lodi avrebbe violato il testo unico sull’ambiente, lasciando per oltre un anno nello spiazzo di via delle Bonifiche i resti della demolizione, classificati sia come rifiuti speciali (uno scaldabagno, un pannello fotovoltaico, del materiale isolante e altro). L’ultima contestazione riguarda il solo vicesindaco e parla di una presunta violazione relativa al testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Cristina Rufini