"Se vogliono bene alle imprese, che sono l’assatura del Paese, devono risolvere questa situazione paradossale. Come si fa a lavorare in queste condizioni, è pura follia. Abbiamo assistito in questo periodo all’accavallarsi di ben 11 decreti attuativi ed ancora adesso ci troviamo davanti ad una situazione del tutto confusa. Per essere chiari, non si capisce niente di quello che sta succedendo ed anche di quello che avverrà", non usa mezzi termini Gianni Capatti, geometra, costruttore edile associato all’associazione di categoria Confartigianato. Un mondo – quello del mattone – che conosce come le sue tasche. La sua impresa si chiama Geocostruzioni; anche il figlio Riccardo – che è ingegnere – ha una sua azienda la Tecnoestense. Entrambi si sono misurati e si stanno misurando con tutti i problemi legati al superbonus, tra difficoltà burocratiche e soprattutto dovute allo stop del flusso di soldi. "Le banche non ci aiutano, il governo è saltato – la sua sintesi – . Solo un pazzo in queste condizioni potrebbe programmare dei lavori, aprire un cantiere utilizzando il beneficio del bonus 110%. In questo momento siamo tutti fermi, noi ed i nostri colleghi. Tra l’altro la grande attenzione che ha suscitato questa misura ha fatto da freno per tutta una serie di lavori che alla fine si sono fermati. Le difficoltà coinvolgono certo le grandi imprese ma soprattutto quelle medio-piccole che magari portavano avanti cantieri in condomini con un limitato numero di unità abitative". Capatti mette in dubbio l’anima stessa della misura varata del governo. "E’ sbagliato puntare su un intervento – spiega il costruttore – così limitato nel tempo, serviva una progettazione pluriennale. Solo così si riesce a dare la spinta necessaria ad un settore che tra l’altro fa da traino, con l’indotto, ad un’intera economia. Un’occasione mancata che alla fine tra gli effetti negativi ha anche creato una bolla speculativa. E’ chiaro – precisa – che se si crea una forte domanda, così repentina, si finisce per far lievitare i costi di tutti i materiali. Abbiamo registrato aumenti superiori al doppio del costo iniziale. Ed alla fine anche in questo caso a pagare sono le imprese, già strozzate tra tasse e contributi, ma anche i cittadini. Ci resta solo una speranza, che il prossimo governo semplifichi le cose e vari uno strumento realmente efficace con ben precise scadenze, con criteri determinati. Così, ripeto, non si capisce niente". m. b.

Cronaca

"Se vogliono bene alle imprese, che sono l’assatura del Paese, devono risolvere questa situazione paradossale. Come si fa a lavorare in queste condizioni, è pura follia. Abbiamo assistito in questo periodo all’accavallarsi di ben 11 decreti attuativi ed ancora adesso ci troviamo davanti ad una situazione del tutto confusa. Per essere chiari, non si capisce niente di quello che sta succedendo ed anche di quello che avverrà", non usa mezzi termini Gianni Capatti, geometra, costruttore edile associato all’associazione di categoria Confartigianato. Un mondo – quello del mattone – che conosce come le sue tasche. La sua impresa si chiama Geocostruzioni; anche il figlio Riccardo – che è ingegnere – ha una sua azienda la Tecnoestense. Entrambi si sono misurati e si stanno misurando con tutti i problemi legati al superbonus, tra difficoltà burocratiche e soprattutto dovute allo stop del flusso di soldi. "Le banche non ci aiutano, il governo è saltato – la sua sintesi – . Solo un pazzo in queste condizioni potrebbe programmare dei lavori, aprire un cantiere utilizzando il beneficio del bonus 110%. In questo momento siamo tutti fermi, noi ed i nostri colleghi. Tra l’altro la grande attenzione che ha suscitato questa misura ha fatto da freno per tutta una serie di lavori che alla fine si sono fermati. Le difficoltà coinvolgono certo le grandi imprese ma soprattutto quelle medio-piccole che magari portavano avanti cantieri in condomini con un limitato numero di unità abitative". Capatti mette in dubbio l’anima stessa della misura varata del governo. "E’ sbagliato puntare su un intervento – spiega il costruttore – così limitato nel tempo, serviva una progettazione pluriennale. Solo così si riesce a dare la spinta necessaria ad un settore che tra l’altro fa da traino, con l’indotto, ad un’intera economia. Un’occasione mancata che alla fine tra gli effetti negativi ha anche creato una bolla speculativa. E’ chiaro – precisa – che se si crea una forte domanda, così repentina, si finisce per far lievitare i costi di tutti i materiali. Abbiamo registrato aumenti superiori al doppio del costo iniziale. Ed alla fine anche in questo caso a pagare sono le imprese, già strozzate tra tasse e contributi, ma anche i cittadini. Ci resta solo una speranza, che il prossimo governo semplifichi le cose e vari uno strumento realmente efficace con ben precise scadenze, con criteri determinati. Così, ripeto, non si capisce niente".
m. b.

"Caos nato da continue modifiche  Lavorare così è solo una follia"    

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