"Carcere, fatti gravissimi Farò una interrogazione per chiedere chiarezza"

Caro Carlino,

quanto è accaduto al carcere dell’Arginone è un fatto gravissimo, sicuramente da chiarire per come si sono svolte le procedure di attribuzione dell’incarico libero professionale al medico e le circostanze che lo hanno portato agli arresti domiciliari. Vogliamo vederci chiaro sull’intera vicenda. Per questo, sto depositando in queste ore un’interrogazione urgente sul tema, in Assemblea Legislativa, firmata anche dal collega Michele Facci. Chiederemo chiarimenti sull’operato del medico dell’Arginone: tra le varie ipotesi al vaglio degli inquirenti, il fatto di avere comprovato (in circostanze da valutare) l’incompatibilità di un detenuto al regime carcerario e di aver tentato di introdurre all’Arginone un telefonino e della droga. Fatti che, se saranno confermati, sono di una gravità inaudita. L’Azienda sanitaria aveva stipulato un incarico libero professionale con il medico, sospeso dopo i primi fatti giudiziari. In diverse carceri del territorio regionale si lamenta una carenza d’organico, di medici, infermieri, personale e agenti di Polizia penitenziaria. Coloro che lavorano nelle strutture sono spesso vittime di aggressioni, di turni sfiancanti. Visitando il carcere, ci hanno spesso segnalato le carenze dell’Infermeria, che oltre alla cronica carenza di personale non sarebbe dotata di spazi idonei per gestire i detenuti affetti da problemi psichiatrici, seguiti invece dagli agenti con sorveglianza “a vista”. Inaccettabile che accadano cose simili.

Fabio Bergamini, consigliere regionale della Lega

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La storia non infanga e non giustifica, ed io ho raccontato solo fatti storici precisi e incontrovertibili, poi ho posto una domanda alla quale ognuno ha già dato o darà la sua risposta. Gli eroi sono sempre di serie “A” da qualunque parte combattono, giusta o sbagliata e meritano uguale rispetto. Un Re, un Governo che con gli Stati Maggiori fuggono di notte, lasciando l’esercito senza ordini e direttive al suo triste destino, perdono tutta la loro legittimità, credibilità e rispetto svincolando chiunque da ogni giuramento di fedeltà. Certamente gli antifascisti comunisti e non, passarono dall’altra parte in coerenza con le proprie idee. Ma la stragrande maggioranza degli italiani meno idealmente preferì, come nostro costume nazionale, salire sul carro del vincitore e con facilità passarono dal braccio e la mano tesa, al pugno chiuso, soprattutto a Ferrara.

Massimo Carlotti