Ferrara, assolda dal carcere un sicario per uccidere la ex. Arrestato

Mauro Fabbri aveva già tentato l’omicidio della donna. Il killer intasca i soldi, ma poi va dai pm

Il carcere di Ferrara e Lucia Panigalli

Il carcere di Ferrara e Lucia Panigalli

Ferrara, 8 febbraio 2017 – Era in cella per il tentato omicidio della sua ex e proprio dal carcere ha tentato di assoldare un sicario per ucciderla. Ma il compagno di carcere a cui si era rivolto ha raccontato tutto ai pm e lui è stato ri-arrestato per il tentato omicidio della stessa persona. Questa complessa storia ha per protagonista Mauro Fabbri, 61 anni, nato a Bondeno, piccolo imprenditore agricolo. Fabbri è all’Arginone perché il 16 marzo 2010 a Mirabello tentò di uccidere Lucia Panigalli, anche lei 61 anni, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale. Fabbri finisce quindi in cella, viene condannato a scontare 8 anni e 6 mesi e, in sede civile, a pagare una provvisionale di 500mila euro alla donna.

Forse spinto da questa motivazione Fabbri decide di riprovarci e contatta, durante l’ora d’aria, un altro detenuto di origine bulgara. Al compagno di cella chiede se, fuori, conosce qualcuno disposto a uccidere la donna e specifica che è disposto a pagare 50mila euro. I due si accordano anche sulla possibile modalità: una rapina finita male, visto che questi reati sono ormai all’ordine del giorno. “L’importante – sottolinea Fabbri – è che io non entri mai in contatto diretto con i sicari”. Naturalmente, però, fornisce indirizzo, abitudini della ex e indica la presenza di allarmi in casa, in moda da rendere il compito dei killer più semplice. 

Il bulgaro però decide di raccontare tutto ai pm. D’accordo con i giudici, il bulgaro continua a tenere il gioco e racconta a Fabbri di avere preso i contatti ‘giusti’ fuori dal carcere: i due finiscono per accordarsi anche per la data dell’omicidio, fissata a inizio marzo del 2016. Una storia in cui lo straniero potrebbe finire per fare la parte del buono, peccato però che anche il bulgaro si sia messo nei guai, intascando 25mila euro, ossia la metà del compenso patuito, una macchina e un trattore. La somma di denaro e i mezzi erano stati consegnati, senza conoscerne i motivi, da alcuni parenti di Fabbri ad alcuni parenti del bulgaro.

Naturalmente, intanto i due (divenuti compagni di cella) vengono intercettati e ascoltati attentamente. Quando il quadro delle prove è stato del tutto blindato sono scattate le nuove manette. Fabbri, infatti, è stato raggiunto da un nuovo provvedimento cautelare in carcere ma questa volta aggravato e in concorso a seguito di richiesta avanzata dal Nucleo investigativo provinciale al pm di Ferrara Barbara Cavallo.