Caso Arquà, altre polemiche "Mancano chat essenziali per capire il ruolo di Lodi"

Nella vicenda delle lettere anonime, l’avvocato Anselmo presenta memorie. Il vicesindaco: "Solo gossip, lui è già sceso in campagna elettorale".

Caso Arquà, altre polemiche  "Mancano chat essenziali  per capire il ruolo di Lodi"

Caso Arquà, altre polemiche "Mancano chat essenziali per capire il ruolo di Lodi"

FERRARA

Arquà versus Lodi si arricchisce di un altro capitolo. La vicenda è quella che vede opposti la consigliera reintegrata e il vicesindaco, nell’ambito delle lettere minatorie inviate a Lodi nel 2021. La consigliera è indagata dalla procura per minacce e simulazione di reato. Lei stessa, in sede di interrogatorio, ha ammesso di aver simulato i rinvenimenti delle lettere contro il numero due della giunta. Ma ha anche sottolineato di non essere assolutamente responsabile della lettera che conteneva un proiettile. Ma, soprattutto, sosterrebbe che Lodi, parte offesa in questa vicenda, avrebbe ideato con lei le lettere anonime. Lui nega da sempre. Di recente, dopo la chiusura delle indagini, l’avvocato che assiste Rossella Arquà, Fabio Anselmo, ha depositato una memoria particolareggiata di quattordici pagine, in cui chiede conto alla procura di alcuni passaggi essenziali per la difesa. Come, ad esempio, che "Arquà ritiene che le chat tra lei e Lodi, acquisite agli atti in sede di indagini non siano complete, mancando diversi messaggi e foto che esistevano nel suo telefono". E proprio in alcuni passaggi delle chat mancanti "sembrerebbe che la presunta persona offesa fosse conscia di quello che l’Arquà stava facendo – si legge nelle memorie dell’avvocato Anselmo – quantomeno in termini di ragionevole dubbio". Non solo, il legale sottolinea come anche in presenza dell’installazione di telecamere davanti alla sede della Lega dove erano state rinvenute le lettere minatorie "ella riferisce di essere stata sicura che non avrebbe avuto guai perché rassicurata dal fatto che non sarebbe mai stata scaricata e denunciata da Lodi. Tanto che a giugno del 2021 – si legge ancora – dopo la visita dei carabinieri di Ro, lei scrive a Lodi ’era una cosa che doveva rimanere tra di noi’". Espressione cui anche la successiva richiesta di supplemento di indagini del pm alla Digos pare non avere trovato risposta". Infine l’avvocato Anselmo, nelle memorie difensive chiede spiegazioni "sull’utilizzo delle auto del Comune per sistemare fuori dalla sede della Lega le telecamere per capire chi lasciasse le lettere anonime".

Insomma da una parte, quella di Arquà e del suo legale, le affermazioni che Lodi fosse a conoscenza di tutta la situazione relativa alle lettere anonime, mentre il vicesindaco nega fermamente che sia stato così. " La vicenda Arquà è chiara da tempo. Ci sono due persone coinvolte: Lodi persona offesa e Arquà indagata – sostiene il vicesindaco – è chiaro, quindi, che siamo scesi in campagna elettorale: Anselmo utilizza la vicenda Arquà perché, qui lo dico, sarà il prossimo candidato a sindaco per la sinistra. Le indagini sulla vicenda Arquà hanno chiarito che non non c’è alcun mandante, lei continua a mentire e lascio ad Anselmo questo gossip. Non vedo l’ora di essere in tribunale per capire che cosa ha raccontato Arquà. Sulle auto e sulle telecamere eravamo d’accordo con la Digos".

Cristina Rufini