Caso Arquà, bagarre senza fine Lodi: "Mai cancellate le chat, sul telefonino ci sono le prove"

Il vicesindaco replica dopo le rivelazioni delle memorie difensive dell’avvocato della consigliera. Anselmo, il legale della donna: "Contestiamo l’efficacia intimidatoria delle lettere inviate".

Caso Arquà, bagarre senza fine  Lodi: "Mai cancellate le chat,  sul telefonino ci sono le prove"
Caso Arquà, bagarre senza fine Lodi: "Mai cancellate le chat, sul telefonino ci sono le prove"

L’infinita telenovela legale, nell’ambito delle lettere minatorie inviate nel 2021 al vicesindaco Nicola Lodi, ogni giorno si arricchisce di nuovi capitoli. Dopo le rivelazioni sul contenuto delle memorie difensive presentate un mese fa dal legale Fabio Anselmo – che assiste Rossella Arquà nella vicenda in cui la consigliera è indagata dalla procura per minacce nei confronti di Lodi – arrivano le precisazioni della controparte. "Le mie chat con la consigliera non sono affatto incomplete – sottolinea Lodi –. Ho consegnato alla Digos il mio cellulare dove si possono leggere tutte le conversazioni con Arquà; anzi, la stessa Digos era a conoscenza di quello che scrivevo alla consigliera. Certe risposte erano inviate di proposito in collaborazione con chi stava indagando. La mia chat quindi riporta tutto a differenza di altri".

Non solo. Lodi spiega l’utilizzo dell’auto del Comune dotata di piccole telecamere per riprendere l’autore delle lettere anonime nei suoi confronti: "Prima veniva utilizzata un’auto che Arquà conosceva e le abbiamo dovuto dire che era lì perché c’era un’indagine per il traffico di droga. In questo modo sono stati sviati i suoi sospetti sul fatto che qualcuno la riprendesse. A questo punto abbiamo dovuto utilizzare un’altra auto con vetri oscurati. Si trattava di una vettura mai vista dall’Arquà. Lo scopo era ovviamente quello di riprenderla senza che se ne accorgesse".

Lodi è convinto che i messaggi in suo possesso proveranno che lui è stato soltanto una vittima: "Ne sono sicuro. Alla fine la giustizia farà il suo corso. La ricostruzione secondo cui ero d’accordo con Arquà per mandare lettere minatorie contro di me, è alquanto fantasiosa". Discorso chiuso? Non ancora: il confronto a distanza tra Lodi e il legale della consigliera, Fabio Anselmo, prosegue. L’avvocato vuole, a sua volta, precisare: "La consigliera Rossella Arquà ha fin dall’inizio ammesso le proprie responsabilità riguardo le lettere anonime pervenute alla sede della Lega di Ferrara contestando tuttavia ogni responsabilità in ordine a quelle che sarebbero state recapitate a mezzo posta in luoghi diversi e contenenti proiettili. Rispetto a queste ultime la Arquà è stata archiviata come ben sa la persona offesa".

E ancora: "La signora Rossella Arquà – continua Anselmo – ha fin da subito contestato la concreta efficacia intimidatoria nei confronti di Nicola Lodi di tutte le lettere destinate alla sede della Lega di Ferrara. Ogni rilievo e critica sulle risultanze delle indagini è stata da tempo formalizzata in precise memorie e non ritengo opportuno soffermarmici". Per il legale, inoltre, "la consigliera Rossella Arquà è stata indotta a rassegnare le dimissioni da consigliera comunale in circostanze del tutto incongrue ed incompatibili con la piena consapevolezza che la legge esige per il regolare compimento di un atto così grave e definitivo. Nonostante la strenua difesa del Comune di Ferrara la signora Rossella Arquà è tornata a sedere a pieno titolo sui banchi del consiglio comunale di Ferrara. Il Comune di Ferrara – conclude Anselmo – è stato altresì condannato dal Consiglio di Stato a rifonderle le spese liquidate dai Giudici. Questi sono i fatti".