
Un avvocato durante una discussione in tribunale (. foto repertorio
"Non ho intenzione di fare nulla. Non posso interferire nella sfera privata". Così, come si legge nelle mail, Daniele Bertarelli, numero uno della cooperativa Cidas, mostrava nel 2020 di non avere nessuna intenzione di infierire su Daniel Servelli, anche dopo le presunte pressioni dell’allora vicesindaco Nicola Lodi per prendere, nei confronti del socio della coop, dei provvedimenti disciplinari, a seguito dei post al vetriolo apparsi su social e, ovviamente, all’indirizzo dell’ex componente della giunta Fabbri.
Ieri in tribunale è andata avanti l’infinita querelle Cidas, che vede Bertarelli imputato per induzione indebita a dare o promettere utilità in uno dei due filoni in cui si è diviso il processo per le presunte pressioni sulla società da parte dell’ex assessore Nicola Lodi. In aula sono stati sentiti il responsabile delle risorse umane della Cidas e la sua vice. All’epoca dei fatti, nel 2020, così come raccontato dai dirigenti, c’erano stati, oltre a quello di Servelli, una sessantina di provvedimenti disciplinari nei confronti di altri dipendenti della coop.
Del resto, sempre secondo i testimoni, il richiamo verbale ricevuto da Servelli, subito dopo i fatti, erano di lieve entità e dovuti soltanto alle offese apparse sui social e non alle critiche politiche sulle quali Cidas non vuole assolutamente interferire. Il richiamo, del resto, è l’unico vero provvedimento nei confronti di Servelli, perché il colloquio, nell’agosto 2020 con il presidente Bertarelli, aveva lo scopo di invitare a un comportamento che non ledesse l’immagine della cooperativa, come riportato dallo statuto e come sottolineato dai dirigenti che ieri hanno testimoniato in aula.
Non solo, sia il responsabile delle risorse umane che il suo sostituto (visto che all’epoca dei fatti il primo era in ferie), hanno sottolineato di non aver mai ricevuto pressioni affinché Servelli fosse raggiunto da altri provvedimenti disciplinari, ma, anzi, hanno rimarcato di aver agito in modo ordinario come in tutti gli altri casi. Il presidente Bertarelli, secondo i testimoni, avrebbe girato soltanto le segnalazioni, giunte dopo i post di Servelli, senza aggiungere alcun commento. Dopo di che i passi successivi sono stati quelli che normalmente si verificano all’interno di una cooperativa che si occupa di soggetti fragili e che deve anche vigilare sui comportamenti non consoni alla mission della Cidas.
Durante l’udienza di ieri è stato chiarito un altro punto importante: Bertarelli, come hanno rimarcato i testimoni, non è mai stati bloccato dal responsabile delle risorse umane sul fatto di procedere con delle contestazioni nei confronti di Servelli.