STEFANO MANFREDINI
Cronaca

Caso Spal, il delegato Figc: "Pensare prima ai lavoratori. E che botta per il territorio"

Zuccatelli: "Abitavo dietro le tribune, ho giocato nelle giovanili e allenato nel vivaio. Scontata l’Eccellenza? No, perché esiste il rischio di ripartire da più in basso". E sull’idea della D: "Difficilmente Tacopina può fare un’operazione del genere".

Davide Zuccatelli è il delegato ferrarese della Figc (foto Bp)

Davide Zuccatelli è il delegato ferrarese della Figc (foto Bp)

di Stefano ManfrediniLa Figc a Ferrara è rappresentata da Davide Zuccatelli, che ancora fatica a capacitarsi di dover fare i conti con l’assenza di una società professionistica nella nostra città. "La Spal è stata una parte della mia vita, e sono estremamente dispiaciuto per tanti motivi – confessa il delegato provinciale della Figc –. Basti pensare che abitavo dietro la tribuna dello stadio, poi ho fatto il raccattapalle, ho giocato per sei anni nel settore giovanile e ho allenato nel vivaio".

Cosa ha provato nel vederla precipitare tra i dilettanti? "Una sensazione strana, che mai avrei pensato di avvertire. Inoltre, attenzione: si dà per scontato che la Spal disputerà il campionato di Eccellenza, ma esiste anche il rischio di dover ripartire ancora più in basso".

Teme di doversene occupare personalmente? "Non scherziamo, noi organizziamo i campionati di Seconda e Terza categoria".

Il presidente Tacopina medita di iscrivere la Spal in serie D acquisendo un titolo, può farlo? "Bisognerebbe studiare a fondo i regolamenti, quindi preferisco non esprimermi in maniera assoluta. Ma credo che difficilmente possa effettuare un’operazione del genere. Nel calcio ci sono delle norme più restrittive rispetto ad altri sport sotto questo aspetto, però ripeto: ci sono tante incognite, l’unica certezza è che purtroppo la Spal non si è iscritta al campionato di serie C e questa è stata una bruttissima sorpresa".

Non solo per i tifosi... "Proprio così, il dispiacere più grande è per i tanti dipendenti che si ritrovano improvvisamente senza un lavoro".

Quanto tempo occorrerà alla Spal per tornare tra i professionisti? "Dipende da tante cose, vincere non è facile in nessuna categoria. Nemmeno in Eccellenza, anche se naturalmente molto dipenderà dagli investimenti che verranno fatti. Personalmente mi auguro che nel giro di un triennio la Spal possa tornare in serie C".

Ha provato ad immaginare la prossima stagione con la Spal in Eccellenza? "Ci sto provando, ma non è così facile. Questo doppio salto all’indietro del club biancazzurro rappresenta un disagio enorme per tutto il territorio. Penso agli amministratori locali, che si ritrovano con impianti di altissimo livello come stadio Mazza e centro sportivo Fabbri senza un club professionistico a cui assegnarli. Penso ai dipendenti che come ho già ricordato si ritrovano a spasso, a una tifoseria tra le più belle e appassionate d’Italia costretta a frequentare campi di provincia. Penso a giocatori e allenatori rimasti senza contratto da un giorno all’altro, e ovviamente a un settore giovanile fiorente che verrà smantellato".

Ci saranno ripercussioni per il movimento calcistico ferrarese? "Nel calcio è fondamentale avere una squadra di riferimento. Ce ne siamo accorti quando la Spal è volata in serie A, una categoria che forse era fin troppo importante ma nella quale ha militato fino a cinque anni fa. La cadetteria forse rappresentava la giusta dimensione per Ferrara, non certo i dilettanti! Nella nostra provincia da diversi anni non abbiamo società in serie D, ci mancava soltanto che la Spal finisse in Eccellenza: inevitabilmente il movimento ne risentirà".