Ferrara, spaccio e risse, addio clienti. "Chiudo dopo 50 anni"

Piazzetta Castellina, serrande abbassate per lo storico negozio di intimo

La serranda chiusa del negozio di piazzetta Castellina

La serranda chiusa del negozio di piazzetta Castellina

Ferrara, 15 dicembre 2017 - Si spegne un’altra luce nel cuore del quartiere ‘Giardino’. Un altro esercizio alza bandiera bianca e abbassa la saracinesca di fronte a spaccio e microcriminalità. E non si tratta di una bottega aperta l’altro ieri. Il negozio di intimo di piazzetta Castellina è lì dal 1968. A gestirlo è Antonella Petrucci. Ha resistito agli alti e bassi degli ultimi cinquant’anni di storia ferrarese, ma non alla marcia inarrestabile del degrado. «Ho 56 anni e ho maturato i requisiti per andare in pensione – premette la titolare –. Se fossi in un’altra zona della città terrei aperto lo stesso. Ma qui è impossibile andare avanti. Quindi ne approfitto e dopo Natale chiudo».

Lo sguardo di Antonella è un misto di rammarico e stanchezza. Da anni ormai, quando è in negozio si chiude dentro a doppia mandata. Quando le si chiede di descrivere quello che succede là fuori, è un fiume in piena. «Spacciano, si drogano, usano la piazza come un orinatoio e poi litigano. E quando lo fanno – sospira – volano le bottiglie. Qui c’è il disastro».

Un bel problema per chi in quel ritaglio di asfalto a un passo dalla stazione deve guadagnarcisi il pane. «Di qui non passa più nessuno – si sfoga –. Ho perso la maggior parte dei clienti occasionali e di passaggio. Come se non bastasse, soprattutto adesso che fa buio presto, al pomeriggio i residenti restano in casa. Dopo pranzo non vale nemmeno la pena aprire».

Il nodo sicurezza continua quindi a essere una spina nel fianco per i commercianti della zona stazione. Nei dintorni le serrande abbassate non si contano. E l’inversione di marcia sembra essere sempre più un miraggio. «Qui va sempre peggio – prosegue Petrucci –. L’esercito gira, lo vediamo. Ma loro, gli spacciatori, se ne fregano. Sanno che tanto non gli possono fare nulla. Sono impuniti». Poi la conclusione dal retrogusto amaro di resa. «Ho cercato di tenere botta ma alla fine non ce l’ho fatta – chiude Antonella –. Qui il degrado è assoluto».