Cellulari e droga in cella: denunciati

Due detenuti stranieri scoperti dagli agenti. Avevano uno smartphone e un telefonino di cinque centimetri

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Uno smartphone, un piccolo cellulare di cinque centimetri, droga e delle schede sim. In soli due giorni di controlli, la polizia penitenziaria del carcere di Ferrara ha scoperto questi oggetti in possesso di due stranieri di origine nordafricana, con un’importante ’carriera’ criminale alle spalle. Il sospetto degli agenti – come è già accaduto in alcune carceri sia del Nord che del Sud – è che i detenuti abbiano ricevuto cellulari e droga grazie a un drone inviato dall’esterno. Attraverso le poche e piccole aperture del penitenziario, i complici dall’esterno avrebbero consegnato cellulari e stupefacente. Non è la prima volta che la polizia, coordinata dal comandante di reparto, scopre degli smartphone in possesso degli ’ospiti’ dell’Arginone. In ogni caso, si tratta di una brillante operazione di polizia preparata ed effettuata dagli uomini del reparto di Ferrara. I detenuti, protagonisti di questa vicenda, sono entrambi stranieri, di area nordafricana, con un importante background criminale. Sono stati denunciati, dopo il sequestro dei cellulari, com’è noto oggetti di cui non è non consentito il possesso all’interno delle carceri. Soddisfatto il sindacato: "Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Ferrara – spiegano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – che pone molta attenzione agli eventi che riguardano il carcere, a volte in coordinamento con quella di Bologna, quando si tratta di fatti che possono riguardare la Procura distrettuale".

E aggiungono: "Ricordiamo che già in passato le due Procure hanno coordinato operazioni di questo tipo che hanno poi portato all’arresto in flagranza dei possessori dei telefoni cellulari. Com’è noto, la nuova fattispecie di reato prevista dall’ articolo 391 ter del codice penale colpisce un fenomeno pericoloso e dilagante, ovvero quello della intrusione ed utilizzo di cellulari usati anche per commissionare reati e continuare traffici dall’interno del carcere". Il sospetto dei droni non è infondato: "Usati probabilmente dalla delinquenza esterna – conclude il sindacato –. Vengono consegnati cellulari quasi sempre di pochi centimetri e pertanto difficilissimi da trovare".

Matteo Radogna