Centauro morto nello schianto, chiariti i dettagli della tragedia

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Quasi tre settimane. Tanto hanno richiesto le indagini sviluppate dalla Polizia Locale prima di poter scrivere finalmente la parola fine al doloroso evento che, nel primo pomeriggio del 18 agosto, ha visto morire un uomo nel pauroso schianto del suo motociclo contro un palo luce della Via Lavezzola. Ora quel palo non c’è più. Troppi i danni, troppo pericoloso lasciarlo in piedi. Uno nuovo prenderà il suo posto. Il vecchio, segato in due tronconi, giace nel magazzino di Hera in attesa dello smaltimento.

Quel palo è solo uno dei tanti elementi che sono andati a comporre il difficile puzzle ricostruito dal reparto di infortunistica dei berretti bianchi al fine di determinare, senza più incertezze, chi dei due trasportati del grosso motociclo ne fosse alla guida. Il dubbio si era posto pesantemente fin dal primo istante in cui gli operatori erano giunti sul luogo dell’evento, ove la posizione dei due occupanti al momento dell’impatto, non forniva alcun elemento determinante ai fini della corretta ricostruzione dei fatti. Una ricostruzione purtroppo ininfluente per il destino dell’uomo deceduto, ma di fondamentale importanza per l’altro coinvolto che, nonostante le lesioni, è sopravvissuto al terribile urto. Per lui, la differenza tra essere vittima di eventi sfortunati o essere indagato per omicidio stradale. Quest’ultimo, infatti, è stato l’atto dovuto posto in essere dalla Procura di Ferrara. Per scagionarlo fondamentali i racconti dei testimoni che hanno chiarito un aspetto: il proprietario del motociclo, deceduto, era anche alla guida. Una liberazione per il passeggero che non dovrà difendersi dall’accusa di aver provocato l’incidente.