
Daniela Gaiani
Non è riuscita a trattenere le lacrime, fuori dall’aula, la mamma di Daniela Gaiani, accanto a lei la figlia Angela, sorella della vittima, anche lei commossa dopo che il gup Salvatore Romito ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio aggravato dalla relazione sentimentale e dai futili motivi, il 63enne Leonardo Magri. È accusato di aver ucciso la moglie Daniela, 58 anni di Cento, trovata morta il 5 settembre 2021 nella loro abitazione di Castello d’Argile. "È il primo passo verso quella giustizia nella quale crediamo e nella quale confidiamo vivamente – le parole di Angela –, ci permette di aprire le porte di un processo tanto atteso, da quattro anni, e di arrivare a riconoscere lui (il marito di Daniela, ndr) per quello che è, un meschino assassino".
"Auspicavamo il rinvio a giudizio – dice l’avvocato Daniele Nicolin, che assieme all’avvocato Valentina Niccoli assiste i familiari della vittima –, ce lo chiedevano i familiari, ci chiedevano di portare davanti a una Corte questa persona. L’udienza di oggi ci ha convinti ancora di più della colpevolezza di questa persona. La difesa stessa mi ha colpito nel passaggio in cui ha detto che non crede si sia trattato di un impiccamento. È un processo indiziario, certo, dove gli indizi però sono veramente una mole ingente e di qualità".
Magri, difeso dall’avvocato Ermanno Corso, è a piede libero e si è sempre dichiarato innocente. "Questo è evidentemente un suicidio – sottolinea l’avvocato Corso – e confido che la verifica dibattimentale ne darà ampia dimostrazione". Il processo comincerà il 24 settembre davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Fabio Cosentino. Per il pm Augusto Borghini, quello che inizialmente sembrava un suicidio in realtà è stato l’ennesimo femminicidio. Per l’accusa, Magri ha ammazzato la moglie, ritrovata impiccata alla spalliera del letto, perché la considerava un ostacolo a vivere appieno una relazione con un’altra donna più giovane. Il pm, ieri, ha messo in luce tutte le "stranezze e singolarità" delle dichiarazioni di Magri durante l’interrogatorio e quanto emerso dagli accertamenti medico legali che hanno evidenziato come la morte sia stata non per asfissia meccanica, ma per strangolamento. L’imputato, per l’accusa, ha detto diverse bugie: ha cambiato versione sul ritrovamento del corpo della moglie: inizialmente, infatti, avrebbe detto all’amante di aver ritrovato la moglie morta sul divano, mentre agli investigatori ha detto di essersi accorto della morte della compagna solo al suo risveglio. Daniela poi si trovava al centro del letto, con le braccia alzate, peraltro, quindi difficile non accorgersi di lei, dato che occupava molto spazio nel letto. E ancora, anche gli orari non tornano: Magri disse di aver chiamato subito i soccorsi, ma in realtà dai tabulati si vede che prima aveva telefonato alla sorella e poi la sorella aveva richiamato lui. Parti civili saranno la sorella, il fratello e i genitori. Parte civile anche l’Associazione ‘La Caramella Buona onlus’, che si occupa di lotta alla pedofilia e della violenza sulle donne.
Chiara Gabrielli