Cercano di sedare la rissa e vengono picchiati

Un agente e un carabiniere fuori servizio erano stati malmenati da alcuni giovani. Due condanne per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale

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Insieme a un complice avevano aggredito un carabiniere e un poliziotto penitenziario intervenuti per sedare una lite in una discoteca della costa. Un episodio che è costato caro a due albanesi di 27 e 25 anni, Sherif Dingozi e Artim Sheta. Nella mattinata di ieri i due sono stati condannati rispettivamente a sette e sei mesi di reclusione per i reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il terzo complice, Roland Plaka, era già stato condannato mentre le posizioni del 27enne e del 25enne erano state inizialmente stralciate perché risultati irreperibili. Il processo di primo grado a carico di questi ultimi si è quindi concluso ieri davanti al giudice Rita Baldelli. Parti civili erano il sottufficiale dei carabinieri e l’assistente capo di polizia penitenziaria (assistiti dall’avvocato Alessandro D’Agostino).

I fatti. L’episodio finito al centro del processo si è verificato il 13 luglio del 2014 in una discoteca del Lido di Spina. Quella sera, all’interno del locale era scoppiata una rissa tra alcune persone. Il carabiniere e l’agente penitenziario, in quel momento liberi dal servizio, erano intervenuti per cercare di calmare gli animi e sedare l’alterco scoppiato tra un gruppo di giovani. I due, nell’intervenire, si erano regolarmente qualificati come pubblici ufficiali. Non è stato però sufficiente per convincere i litiganti a fermarsi. Anzi, stando alle accuse formalizzate dalla procura (delle indagini si occupò il pubblico ministero Giuseppe Tittaferrante), i tre imputati se la presero con il carabiniere e il poliziotto. In particolare, avrebbero fatto resistenza colpendo i due pubblici ufficiali con calci e pugni. Entrando nel dettaglio delle singole contestazioni, Plaka avrebbe assalito l’assistente capo picchiandolo e causandogli un trauma alla parte sinistra del volto (giudicato guaribile in quindici giorni). Dingozi e Sheta avrebbero invece colpito il carabiniere con calci e pugni, provocandogli contusioni al costato e una frattura (anche in questo caso le ferite sono state giudicate guaribili in quindici giorni).

La sentenza. Come anticipato, ieri mattina il processo di primo grado si è concluso. Durante il dibattimento sono stati sentiti una decina di testi che hanno contribuito a ricostruire l’accaduto. I due imputati rimasti dopo lo stralcio iniziale sono stati dunque condannati per i reati contestati. Il tribunale, oltre a stabilire la pena detentiva, ha rimandato al giudizio civile la stima e la liquidazione del danno.

f. m.