Certificati fasulli per i carcerati ’Sotto esame’ almeno 4 detenuti

Nell’ambito delle indagini sui presunti falsi malori che hanno portato all’arresto della dottoressa Salvatore la procura sta valutando la posizione di chi ha ottenuto i favori per poter uscire. Oggi l’interrogatorio

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di Cristina Rufini

FERRARA

Se lei, Carmen Salvatore, medico nel carcere di Ferrara da maggio 2021 a marzo scorso, è considerata dalla procura di Ferrara l’ideatrice dei presunti finti malori accusati da alcuni detenuti per poter così uscire dalla cella ed essere trasportati in ospedale, certo i detenuti, alcuni ergastolani, che avrebbero ricevuto simile trattamento di favore non erano ignari di che cosa stava accadendo e che quelle patologie vergate nei certificati a firma della dottoressa Salvatore, erano inventate o nella migliore delle ipotesi ampliate. Quattro almeno i detenuti su cui la procura sta compiendo approfondimenti. Si tratta di coloro appunto che hanno beneficiato dei presunti ’certificati fasulli’ e che hanno portato il pubblico ministero Ciro Alberto Savino alle contestazioni al medico di corruzione e falsità ideologica per avere attestato malori che sarebbero stati inesistenti. Patologie che andavano dai disturbi alla vista tali da richiedere il ricovero in ospedale a Cona di un detenuto, il 20 gennaio scorso. Oppure la presenza di un "sospetto attacco ischemico transitorio", nei confronti di un altro carcerato. Anche in questo caso con richiesta di ricovero in ospedale e quindi con conseguente uscita dal carcere, con provvedimento urgente del 22 gennaio scorso. Quattro almeno i profili che sono di sicuro finiti sotto la lente del pm Savino e che potrebbero portare a breve all’iscrizione nel registro indagati.

Ovviamente, sempre secondo l’impianto accusatorio della procura che ha portato alla richiesta e ottenimento della misura cautelare degli arresti domiciliari, la dottoressa Salvatore non è che si prodigasse a firmare certificati ritenuti falsi, senza nulla in cambio. Il magistrato, infatti, le contesta di avere certificato nei confronti di uno dei detenuti, l’"incompatibilità" con il regime carcerario, dietro la promessa corresponsione di duecentomila euro. Accusa che si baserebbe anche su alcune intercettazioni dei messaggi che si sarebbero scambiate la dottoressa e la madre del carcerato: "Mi hanno detto che ti devo 200mila euro....", "Sì, giusto", la risposta della Salvatore. In un articolato provvedimento, il giudice per le indagini preliminari Vartan Giacomelli, nel concedere gli arresti domiciliari, ha sottolineato come "i gravi indizi di colpevolezza siano stati ricostruiti sulla base di intercettazioni, trovando riscontri anche nell’acquisizione dei certificati medici. Oggi è i programma l’interrogatorio di garanzia, in cui la dottoressa Salvatore, assistita dal suo legale, l’avvocato Renato Jappelli, dovrà, se intende farlo, rispondere alla domande di pm e gip.