L’Associazione nazionale carabinieri non ci sta e tira dritto. "Siamo certi – spiega il presidente provinciale, Carmelo Perez – di quello che abbiamo dichiarato e raccolto in questi anni. Credo che a 80 anni dai fatti, sia giunto il momento di mettere da parte l’odio". Era il 9 ottobre scorso quando, in piazza del Municipio 5, in una stanza di Palazzo, venne inaugurata la nuova sede dell’Anc, intitolata all’appuntato Giuseppe Vassallo, ucciso a Filo d’Argenta l’8 maggio 1945 "nel corso di sanguinose rappresaglie – venne sottolineato – che caratterizzano il burrascoso dopoguerra e rinvenuto cadavere nelle campagne di Filo d’Alfonsine". Alla cerimonia, assieme al prefetto Massimo Marchesiello, agli amministratori del Comune e al presidente dell’Anc, parteciparono anche la figlia dell’appuntato, Maria, e il nipote Angelo Vassallo che oggi vive in Friuli. Una giornata di festa, dove vennero rivolte parole di ringraziamento alla sezione dell’Anc ferrarese per le numerose collaborazioni con l’Ufficio territoriale di Governo e per la quotidiana attività di volontariato.
"C’è una certificazione – ribadisce oggi il presidente Perez – e ci sono varie testimonianze che attestano ciò che è accaduto realmente all’appuntato Vassallo. Soprattutto quella del parroco di allora che certificò l’inizio della sua deportazione e quella di rientro nell’Argentano. L’appuntato Vassallo, sottolineò il parroco, era tornato da appena un giorno dalla Germania quando venne brutalmente assassinato. La documentazione, ripeto, esiste".
Il 5 agosto 1944, ricorda ancora, ci fu un grande rastrellamento da parte dei tedeschi con 7.700 carabinieri deportati. "E tra loro c’era anche Giuseppe Vassallo". Il responsabile provinciale dell’Associazione nazionale carabinieri ricorda poi un altro aspetto, i racconti diretti del figlio dell’appuntato, Angelo Vassallo: "Iscritto all’Anc – dice –, mi parlò per 24 anni delle vicende di suo padre. L’intitolazione della nostra sede è sacrosanta, basta polemiche".
n.b.