Cervellati è l’assassino di Cinzia L’ergastolo per lui ora è definitivo

La prima sezione della Corte di Cassazione ha dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dalla difesa. I genitori: "Ora possiamo trovare un po’ di pace". Lovison: "Prima volta con la sola aggravante del codice rosso"

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di Cristina Rufini

FERRARA

Carcere a vita e senza appello. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Elisa Cavedagna per far riconoscere le attenuanti generiche al suo assistito Saverio Cervellati, condannato dalla Corte di Appello di Bologna all’ergastolo per avere ucciso, il 24 agosto del 2019 a Copparo, la compagna Cinzia Fusi. Quindi il ’fine pena mai’ ora è definitivo. Inappellabile appunto. Anche il sostituto procuratore generale Franca Zocca aveva chiesto alla Corte di dichiarare inammissibile il ricorso ritenendolo "manifestamente infondato atteso che il giudice di secondo grado – si legge nel documento della procura generale – ha motivato congruamente sul punto, valorizzando, ai fini del diniego, la gravità del fatto in ragione delle modalità efferate della condotta e della personalità dell’imputato, desunta anche dal comportamento dopo il delitto e della natura meramente utilitaristica della confessione, peraltro volta anche a ridimensionare il fatto in relazione alla sua causale". Questa la motivazione con cui il pg aveva chiesto, ottenendolo, il riconoscimento dell’inammissibilità del ricorso. E così per Cervellati, in carcere da quel maledetto sabato di agosto di quasi tre anni fa, è stato confermato l’ergastolo per avere ucciso la sua compagna al culmine di una lite. Picchiandola ripetutamente alla testa con un mattarello.

Il corpo esanime di Cinzia, con in bocca un fazzoletto, fu trovato dai carabinieri nel garage attiguo al market "Spendibene" di Cervellati, dove anche la vittima lavorava. Si erano trovati presto la mattina per andare insieme al mare, ma una discussione furibonda li ha trattenuti nel garage. Lite scatenata dalla gelosia di lui, che lo aveva spinto a controllare la vittima anche nei suoi contatti social. Una sberla, forse la difesa di lei e poi la furia dell’assassino che ha afferrato un mattarello e l’ha colpita ripetutamente alla testa. Lei è caduta a terra. E’ morta poco dopo in ospedale. Cervellati ha visto una pattuglia dei carabinieri e si è consegnato. Un atteggiamento che però la procura generale della Cassazione ha definito "di natura meramente utilitaristica". "Sono soddisfatto professionalmente – commenta l’avvocato che ha assistito i genitori della vittima, Denis Lovison – per la conferma della sentenza di condanna all’ergastolo, che sottolinea bene come in realtà lui non si sia consegnato spontaneamente e come il delitto sia stata la tragica escalation delle botte date a Cinzia la settimana prima. Tra l’altro, concetto importante, è la prima condanna definitiva all’ergastolo con la contestazione della sola aggravante del codice rosso. Niente premeditazione, né crudeltà". Un po’ di pace per gli anziani genitori della vittima. "E’ stata fatta giustizia – hanno detto al loro avvocato quando gli ha comunicato la notizia – ora possiamo avere un po’ di pace". Forse la potrà avere anche Cinzia. Nessun commento dall’avvocato Cavedagna fino al momento in cui avrà letto le motivazioni.