"Cessione alla cooperativa Betlem, serve chiarezza"

La richiesta arriva dall’esponente della funzione pubblica Cgil, Marco Righi "Solo migliorando i livelli occupazionali si può erogare un servizio efficace"

Migration

di Federico Di Bisceglie

Sul caso Betlem torna a concentrarsi la Cgil. Qualche giorno fa abbiamo dato conto del presidio organizzato assieme alla Uil per sottolineare il rischio che il passaggio della gestione della casa di riposto, dalla diocesi a una copertiva, rischierebbe di compromettere le condizioni dei lavoratori. Marco Righi, esponente della funzione pubblica della Cgil, vuole vederci chiaro. "Apprendiamo da un comunicato dei giorni scorsi a firma del consiglio di amministrazione dell’Opera, che il passaggio gestionale garantirà i medesimi livelli assistenziali con l’obbiettivo di migliorarli – scrive il sindacalista – . Solo migliorando i livelli occupazionali e retributivi si migliora la qualità dei servizi in quanto, il personale difficilmente lascia un posto di lavoro in cui sta bene ed è ben retribuito per l’incerto. Cosa che nostro malgrado, vista l’incertezza del momento, sta succedendo tra gli infermieri che ci riferiscono si stiano licenziando obbligando la struttura ad attivare i piani di emergenza".

"Abbiamo chiesto, a questo proposito – prosegue il rappresentante dei lavoratori – quali siano i processi organizzativi e tutele occupazionali che verranno applicati all’interno della struttura al personale dipendente adesso e a seguito del cambio di gestione". Sempre leggendo la lettera del Consiglio di amministrazione "pare evidente – secondo Righi – che vi siano già accordi tra il cedente e il cessionario, ben strutturati e definiti". Ed è per questo che l’Fp Cgil chiede a chiare lettere di avere contezza "dei contenuti generali riguardati la modalità della ’Cessione di Ramo di Azienda’ e quando si avvierà il percorso previsto dalla normativa vigente considerando che è obiettivo primario della scrivente Organizzazione garantire gli attuali livelli occupazionali, retributivi e dei diritti".

La trattativa. La curia, stando alle ricostruzioni fatte dai sindacati nel corso del presidio di qualche giorno fa, è in trattativa per cedere la gestione della casa di riposo alla cooperativa Serena, che secondo i sindacati ha già preannunciato un livello seriale inferiore (si parla di 400 euro lordi al mese in meno ad addetto) per i dipendenti che, dopo essersi dimessi dalla precedente gestione, entreranno a far parte del personale della coop. Condizioni al momento inaccettabili secondo Marco Righi della Cgil-Fp, che aveva chiesto "garanzie occupazionali e salariali per i lavoratori coinvolti, ma anche anche per la qualità del servizio offerto agli ospiti. Chiediamo al vescovo di parlare chiaro, e se c’è un buco di bilancio di capire quali strategie sono state messe i campo per affrontarlo. Le difficoltà economiche della Curia non possono ricadere su chi lavora".