"Che posso dire del mio Ruzante? Venite a teatro, così si può capire"

Oggi pomeriggio al Comunale lo spettacolo di Balasso "Quanto è bella questa città, va ricordato ai ferraresi".

"Che posso dire del mio Ruzante?   Venite a teatro, così si può capire"

"Che posso dire del mio Ruzante? Venite a teatro, così si può capire"

Ultima occasione, oggi alle 16, per vedere al Teatro Comunale ‘Balasso fa Ruzante, amori disperati in tempo di guerre’.

Qual è il suo rapporto con la città?

"Sono nato a Porto Tolle ed ho vissuto nel Delta fino a 20 anni, a Ferrara ci sono stato centinaia di volte. Inutile che dica quanto è bella questa città, forse va ricordato proprio ai ferraresi che forse non se ne rendono conto. Come tutte le città in cui si gira bene a piedi e in bici, ha anche molte prospettive per un futuro in cui ci stancheremo dei luoghi inquinanti. Mi piacerebbe che la gente di Ferrara vedesse questo come una ricchezza"

Cosa ci può dire del suo Ruzante?

"Come tutto il teatro, non si può spiegare e si può capire solo a teatro. Il testo che ho scritto, una commedia originale su temi ruzantiani, ha 3 momenti. Il primo è quello dell’ingenuità di un mondo rurale, povero ma dignitoso, sensuale e "infantile". Il secondo è quello del confronto con l’altro: gli spagnoli, gli ebrei, gli zingari, un confronto brutale e chiuso, che sfocia in una guerra che travolge i sentimenti. Il terzo è il ritorno, ma non in campagna, bensì a Venezia, città mercantile, dove troviamo i nostri tre personaggi cambiati, più scaltri, ma anche meno sinceri"

Che messaggio voleva dare al pubblico?

"Ho sempre rifiutato l’idea di lanciare messaggi al pubblico e credo che il pubblico abbia sufficiente intelligenza per trovare messaggi che gli servono anche dove l’artista non pensava di mandarne"

Un testo attuale?

"I classici sono sempre attuali, perché parlano ai nostri sentimenti universali"

Si parla di ‘stile ruzantiano, scelte politiche e polemiche’. Va contro il politically correct?

"Pensare che nel ‘500 esistesse il politically correct sarebbe antistorico"

Un artista di teatro è condizionato dal politically correct?

"Non mi sono mai posto il problema del politically correct e l’arte in genere non dovrebbe porselo".

Laura Guerra