Chiara Compagno e falsi vaccini covid: "Travolta dalle richieste"

L'interrogatorio di una delle due dottoresse arrestate. L’avvocato Valgimigli: "Molti pazienti hanno iniziato a chiederle di avere il certificato senza ricevere il siero"

Chiara Compagno all’arrivo in tribunale in occasione dell’interrogatorio di garanzia

Chiara Compagno all’arrivo in tribunale in occasione dell’interrogatorio di garanzia

Ferrara, 11 maggio 2022 - "Ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero, ricostruendo gli episodi antecedenti e successivi a quelli che sono stati focalizzati dalle telecamere installate nel suo ambulatorio". Così l’avvocato Lorenzo Valgimigli che ieri ha assistito Chiara Compagno – una delle dottoresse arrestate nell’ambito dell’inchiesta Red Pass sulle vaccinazioni fantasma – insieme ai colleghi Carlo Bargamasco ed Enrico Fabbri, nell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Ciro Alberto Savino e ad alcuni militari delle fiamme gialle.

"C’è stato un importante sforzo ricostruttivo – aggiunge il legale – su situazioni che probabilmente non erano ancora note agli inquirenti. Ha risposto chiaramente a ogni domanda, e non poteva essere altrimenti, se l’obiettivo è dimostrare la genuinità di che cosa si racconta. Ha fornito informazioni che non erano quelle degli atti relativi alla fase cautelari". Compagno ha anche spiegato come, facendosi abbondantemente prendere la mano, è stata coinvolta in una simile vicenda. Partendo dal confermare che lei si è vaccinata. "Ha raccontato al magistrato di essersi vaccinata – spiega Valgimigli – di non essere una persona scientificamente contraria e di aver quindi praticato il vaccino su tantissime persone". La dottoressa, arrestata a metà di marzo scorso, insieme alla collega Marcella Gennari, con accuse che vanno dal falso alla truffa ai danni dello Stato, ha rappresentato al magistrato che sta indagando e coordinando il lavoro delle Fiamme gialle, di essere stata sottoposta, come molti medici, a una situazione di stress.

"Lei in particolare si è trovata in una posizione ancor più acuta – sottolinea il suo legale – considerando che un numero abbastanza rilevante di pazienti, da quando è entrato in vigore il green pass, ha iniziato a chiederle di non ricevere il vaccino. Si è creata un’antinomia tra un medico che già coltivava dubbi sull’efficacia dei sieri rispetto a una serie di persone che chiedeva di non farlo. Si è fatta prendere la mano. Ha ammesso di avere sbagliato e sottovalutato le conseguenze di quanto stava accadendo".

Poi la conclusione: "Sicuramente c’è stata una sottovalutazione, ma è anche certo che lei non sta fuggendo. Complessivamente i pazienti che hanno fruito di questo trattamento (cioè l’ottenimento del green pass senza sottoporsi al vaccino, ndr) sono stati circa 60/70 con la Compagno. Ed è certo che non l’ha fatto per denaro".

Al medico infatti viene contestato un solo episodio di corruzione. "Si ma in quell’occasione c’era stata anche un’altra prestazione medica, omeopatica, oltre il vaccino. Adesso attenderemo di capire gli sviluppi della procura", conclude l’avvocato Valgimigli.