"Far crescere insieme queste persone, questo uno degli obiettivi del progetto", così interviene Cristina Coletti, assessore in Comune. Anche lei entusiasta per una proposta che rischia di dare una svolta nel sempre più complesso mondo delle strategie abitative rivolte agli studenti dell’Ateneo.
"Il progetto ’Contatto – Abitare Cooperativo’ – riprende la titolare dell’assessorato alle Politiche sociosanitarie – si sta rivelando una valida opportunità per i ragazzi che scelgono Ferrara come città in cui formarsi e iniziare un periodo importante della propria vita, quale quello legato agli studi universitari. Questo è un percorso progettuale - promosso in collaborazione con Cidas e Unife - in cui crediamo molto e che ha beneficiato di un contributo di 20mila euro, erogato nell’ambito di un avviso pubblico promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociosanitarie. La progettualità – prosegue – vuole offrire agli studenti nuove opportunità alloggiative e al contempo garantire benefici, in termini di socialità, alle famiglie ospitanti. Si tratta di un’iniziativa innovativa per il nostro territorio, che ha già portato elementi positivi nell’ambito di uno scambio intergenerazionale volto alla crescita collettiva della comunità".
Dopo l’avvio della coabitazione, Cidas continua a fornire il proprio supporto mediante un monitoraggio periodico e con l’attivazione di mediatori sociali qualora se ne ravvisasse la necessità.
Al fine di rendere più confortevole l’esperienza, è stato stilato anche il ’regolamento di buona convivenza’ che disciplina le norme di buona convivenza, personalizzandole sulla base delle necessità e bisogni specifici. Questo documento affianca il regolare contratto di locazione che permette la recessione libera da ambedue le parti ed è rinnovabile annualmente. Per il conseguimento degli obiettivi delineati Cidas ha progettato un format di attività misurato su 40 accoglienze in famiglia nell’arco di un anno accademico. L’individuazione di tale standard permetterà una più facile scalabilità del progetto laddove, a seguito dell’esperienza pilota, si verificasse la possibilità e l’opportunità di rispondere ad un numero crescente di studenti e famiglie.