ALBERTO LAZZARINI
Cronaca

Circolo Unione, verso il traguardo dei 220 anni

In attesa di festeggiare la ricorrenza a dicembre al Ridotto si terrà un evento sulla storia dell’opera.

Circolo Unione, verso il traguardo dei 220 anni

Circolo Unione, verso il traguardo dei 220 anni

Il teatro Comunale e il Circolo Unione saranno al centro dell’incontro in programma alle 18 di oggi al Ridotto. Il tema si presta a vari motivi di interesse e curiosità il primo dei quali è il legame fra le due entità sorte a pochi anni di distanza l’una dall’altra: alla fine del ‘700 il teatro e nel 1803 il Circolo Unione che, quindi, sta per tagliare l’incredibile traguardo dei 220 anni. "Li festeggeremo con una grande iniziativa il 29 dicembre, la data esatta dell’avvio dell’attività", annuncia il presidente Paolo Sani. Oggi, intanto, si approfondiscono i temi dell’opera nella storia del teatro e sarà il maestro Dario Favretti a parlarne appunto al Ridotto che, ecco un altro importante aggancio con il Circolo Unione, fu la sede dell’associazione dalla fondazione fino alla fine della guerra: insomma un legame indissolubile. Sono poche, anzi pochissime le realtà associative, italiane e non, a poter vantare una longevità di questo genere. Ma Sani sottolinea soprattutto il carattere innovativo che il Circolo Unione (inizialmente si chiamava ‘Società del Casino’) presentò in quegli anni pionieristici. "In quel periodo storico a Ferrara si era insediato il governo napoleonico dopo duecento anni a guida dello Stato pontificio. Ben 289 cittadini firmarono l’atto costitutivo del Circolo".

Con una grande singolarità, per quei tempi: ben 70 erano signore. Una ventata di positive novità si stava dunque riversando su una città che allora contava attorno a 30mila abitanti e desiderava forme diverse di cittadinanza. "Il loro obiettivo – sottolinea Sani – era quello di poter incontrarsi liberamente, parlare, approfondire temi, discutere in libertà e anche giocare, avere un’attività ludica". Non solo: era il luogo giusto per poter leggere i giornali. Era stato creato uno spazio di formazione e di elaborazione delle idee. Così è stato per decenni, anzi per oltre due secoli. In realtà l’associazione (fra i suoi presidenti il patriota Carlo Mayr) si rivelò la principale sede locale dell’elaborazione dei valori risorgimentali. Il teatro Comunale, danneggiato dai bombardamenti, rimase a lungo inagibile e quindi la sede del Circolo passò nel palazzo della Banca d’Italia di via Borgoleoni dove rimase fino al 2015 trasferendosi infine sempre in centro nella vicina via Lollio. "Le motivazioni di fondo che guidano il Circolo, conclude Sani, non sono cambiate: riuniamo liberi cittadini, liberi pensatori che approfondiscono argomenti e desiderano anche giocare a burraco (per molto tempo erano preferiti il trionfo o il bridge)". Di qui la periodica organizzazione di incontri con presentazione di libri oppure di conferenze e anche di concerti soprattutto jazz.