"Coglieremo tutti gli aspetti del personaggio"

Lo storico Giordano Bruno Guerri, incaricato di organizzare la mostra, svela i dettagli: "Non ci limiteremo solo alla fase del fascismo"

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di Federico Di Bisceglie

Avvampa il dibattito legato all’organizzazione della mostra dedicata alla figura del trasvolatore, quadrunviro, Italo Balbo. Dopo la presa di distanza di Anna Quarzi, presidente di Isco, dal numero uno di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, irrompe nel dibattito colui che curerà personalmente l’esposizione che verrà ospitata a Palazzo Koch: Giordano Bruno Guerri. Storico, saggista, accademico di spicco, Guerri è riconosciuto come uno fra i massimi esperti del Ventennio Fascista ed è presidente (dal 2014 anche direttore generale) della Fondazione Vittoriale degli Italiani.

Guerri, partiamo subito dallo stabilire che tipo di mostra sarà quella su Italo Balbo.

"Si tratterà di un’esposizione che ha l’ambizione di cogliere tutti gli aspetti di un personaggio molto complesso come fu Balbo. Non si tratta dunque di una mostra sulle trasvolate, ma sull’intera figura di Balbo che rappresenta un certo tipo di italiano: un genio che fa. Lo scopo è quello di raccontare Balbo, non limitandolo solo alla fase del fascismo".

Ancora, in città, il personaggio è piuttosto divisivo. Come se lo spiega?

"Ferrara fa ancora fatica ad accettarlo perché l’esordio di Balbo è stato nello squadrismo. Peraltro fenomeno da valutare, specie considerando la situazione delle campagne ferraresi nell’ambito del biennio rosso. Una violenza inaudita da entrambe le parti. Poi, nell’affermazione del fascismo, Balbo ebbe un ruolo fondamentale, quantomeno nella fase iniziale del Regime. Solo successivamente, da fascista è diventato un liberale filomonarchico, con tutti i problemi che nacquero con Mussolini (peraltro si oppose all’entrata in guerra e alle Leggi Razziali). Balbo rimarrà nella storia come inventore dell’Aeronautica civile moderna: grazie a lui e alla sua visione, infatti, il volo diventò da impresa eroica a possibilità per tutti e questa fu una grande conquista che gli americani ancora gli riconoscono".

Più volte Sgarbi ha parlato di una sezione della mostra dedicata ai ferraresi che in qualche modo furono vicini (e non solo) a Balbo. Di cosa si tratta?

"E’ un’occasione per ricordare figure eminentissime come ad esempio Nello Quilici, un personaggio straordinario, uno degli intellettuali più fini dell’epoca. Il Corriere Padano, fu uno dei giornali più ‘liberi’ nell’ambito del regime. Tanto che, ad esempio, ospitava articoli di Ernesto Bonaiuti (prete scomunicato, privato dei diritti dal Regime), sotto pseudonimo, anche grazie alla copertura di Balbo. Poi Mimì Quilici Buzzacchi, moglie di Nello e madre di Folco, con il quale ebbi un rapporto straordinario e con il quale, girammo un bellissimo lungometraggio a Tobruk, che sarà ospitato in mostra. Andammo, in realtà a Tobruk per tentare di ricostruire l’incidente nel quale morirono suo padre Nello e Italo Balbo".

Su quell’incidente si allunga l’ombra del sospetto. Mai fu chiarita quella dinamica. C’è chi sostiene che l’aereo fu abbattuto da contraeree amiche apposta, c’è chi sostiene che si trattò di un incidente. Cosa ne pensa?

"Si trattò di un incidente sicuramente. Probabilmente a sparare, per errore, fu la mitragliatrice installata su un sommergibile".

Tornando alla mostra. Non poche sono state le critiche pervenute dopo l’annuncio di Sgarbi. Come si sente di rispondere?

"A questi attacchi strumentali rispondo con tutta la mia attività di storico che dura dal 1976, data in cui uscì il mio libro su Giuseppe Bottai. Spesso si sospetta che io sia un nostalgico: in realtà faccio un’opera di rilettura della storia. Io sono per la libertà. Io faccio il mio lavoro di storico, cioè quelli di studiare e di inquadrare gli eventi nel loro giusto contesto. Il resto è chiacchiera".