Colf e badanti, il welfare nascosto: boom di lavoratrici in nero

I dati di Istat mettono in luce una crescita negli ultimi anni: in provincia dii Ferrara sarebbero oltre 600. Il 14% del sommerso relativo agli stranieri (soprattutto donne), riguarda il settore domestico

Colf e badanti, scatta l'aumento

Colf e badanti, scatta l'aumento

Ferrara, 17 gennaio 2023 - Quando siamo al lavoro assistono i ‘nostri’ genitori, nonni, anziani e magari si occupano delle pulizie delle case dove ‘noi’ abitiamo. Eppure, sebbene siano veri e propri componenti insostituibili delle famiglie italiane sono costretti a nascondersi. Sono i fantasmi del lavoro, che non hanno contratto, contributi e assicurazione.

Nella provincia di Ferrara sarebbero 632, ma la stima è stata fatta sulla base dei numeri di Inps e delle indagini incrociate nelle varie famiglie, e, quindi, questo numero potrebbe essere rivisto al rialzo. Spesso il lavoratore domestico, che sia colf, badante e baby sitter, è straniero. Dai dati raccolti tra il 2019 e il 2021, sul totale di lavoratori irregolari stranieri, il 14 per cento è impiegato nel lavoro domestico. Ma ci sono anche dati positivi: sia nel Ferrarese che in Italia aumentano del 23 per cento i datori di lavoro che ‘mettono in regola’ con un vero contratto di lavoro badanti. Colf e baby sitter.

La spinta , però, verso il lavoro nero arriva dall’inflazione crescente: con il nuovo anno si prepara un nuovo salasso per le famiglie italiane. Questa volta a far saltare i conti sono gli aumenti in busta paga previsti per colf e badanti a causa dell’inflazione. Oltre 150 euro in media al mese.

Una stangata che però, in molti casi, può arrivare anche a duemila euro all’anno. Senza considerare, come detto, l’altra faccia della medaglia: gli aumenti rischiano di alimentare ulteriormente il maxi-esercito di lavoratori domestici che operano al nero.

I dati sono allarmanti: almeno un contratto su due è al nero. Non solo. Esiste anche un ’mix’ tra lavoro nero e regolare, ossia l’ampia area di grigio, quello dei contratti dove si dichiara solo una parte del reale compenso e l’altro sfugge sia al fisco sia all’Inps.

Per contrastareil fenomeno, il governo è sceso in campo: Il piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso (approvato dall’esecutivo nell’ambito delle riforme previste dal Pnrr e in vigore dal 21 dicembre 2022) stabilisce l’introduzione di un bonus ancorato all’Isee familiare "volto a coprire parte del costo complessivo del lavoro sostenuto per i lavoratori domestici". Secondo l’analisi del Sole 24 ore, l’aiuto dovrebbe essere parametrato alle ore di lavoro dell’assistente familiare,prevedendo un limite di almeno 20 ore settimanali per ottenerlo interamente, e una riduzione proporzionale per contratti di lavoro più brevi.

Il piano prevede anche una semplificazione delle regole del Libretto famiglia, per il lavoro domestico occasionale. Naturalmente si tratta di misure che devono ancora essere attuate. Ma che potrebbero rappresentare un aiuto aggiuntivo rispetto alla deducibilità dei contributi fino a 1.549 euro all’anno disponibile oggi per le famiglie.

Secondo i dati di Inps, la retribuzione media mensile dei lavoratori domestici, che sono stranieri per il 70%, è di 962 euro per gli italiani e 911 euro per gli stranieri. Secondo alcune stime, ad esempio, addirittura il 57% della lavoratrici domestiche svolge il proprio lavoro completamente, o in parte, senza contratto. Negli ultimi anni sono ‘scomparsi’ dagli archivi Inps poco meno di 200 mila lavoratori, Un fenomeno che va in qualche modo arginato, prima che dilaghi anche nel Ferrarese.

La parola , a questo punto, passa al Governo. Perché un fenomeno così vasto va controllato da Roma non certo dagli enti locali. I numeri anche sul gettito fiscale che produrrebbe una regolarizzazione dei lavoratori in nero, sono una spinta ulteriore a cercare una soluzione. In Italia, infatti, sono oltre 400mila golf, badanti e baby sitter e nel giro di poco più di dieci anni, entro il 2030, diventeranno circa mezzo milione. A queste lavoratrici dovrà ricorrere sempre più e sempre più inevitabilmente una società con una popolazione crescente di anziani e ’grandi anziani’, spesso non autosufficienti.