
Il direttore artistico del teatro Marcello Corvino (foto di Valerio Pazzi dal profilo Fb)
Sulle note dell’ignoranza. E, in questo caso, verrebbe da dire: per fortuna. I latini riassumerebbero ciò che è accaduto lunedì al direttore artistico dell’Abbado, Marcello Corvino, con una massima. Ex malo bonum. è lui stesso a raccontare del furto subito, a Verona, l’altra sera. Ma, più che sottolineare ciò che i ladri gli hanno rubato, Corvino si focalizza su ciò che non gli hanno rubato: "Il mio violino di Aldo Capelli, acquistato nel 1982, è stato lasciato dove si trovava. I ladri che mi hanno rubato in macchina lo hanno lasciato lì. Se avessero avuto un minimo di contezza e di conoscenza, lo strumento sarebbe stata l’unico vero bottino della serata". Non sappiamo la quotazione esatta, ma Corvino sostiene che il valore si aggiri tra i venticinque e i trenta mila euro all’anno.
Ma ricostruiamo la vicenda dall’inizio. "Lunedì sera – racconta – mi trovavo a Verona per seguire lo spettacolo del giornalista Aldo Cazzullo, ma me prodotto. Per raggiungere il teatro Nuovo, praticamente accanto al balcone di Giulietta, in pieno centro, ho parcheggiato l’automobile nella zona del lungo Adige". Dopo lo spettacolo, la brutta sorpresa. "Prima di ripartire per Bologna – racconta – mi sono accorto che mancava qualcosa: i taralli di Foggia che avevo portato come regalo a un amico. Eppure, la macchina non aveva segni di effrazione. Guardando meglio, mi sono subito accorto che mi avevano rubato anche una borsa con degli abiti, una sporta con delle scarpe nuove appena acquistate, un borsone con articoli sportivi e delle racchette da tennis. Tuttavia, mi ha decisamente sorpreso il fatto che i ladri abbiano lasciato esattamente dove si trovava, l’unico oggetto di valore che c’era in macchina in quel momento: ossia il violino del maestro liutaio Capelli, che mio padre mi regalò nel 1982 e che tutt’ora mi accompagna nelle mie esibizioni".
Dopo la denuncia rilasciata ai Carabinieri di Bologna, Corvino sdrammatizza l’accaduto con una riflessione ironica, ma provocatoriamente ficcante. "Anche per chi sceglie il mestiere del ladro – dice – un po’ di cultura non farebbe male. Se avessero riconosciuto il valore del violino, avrebbero avuto senz’altro una refurtiva più sostanziosa". Le note dell’ignoranza, suonano sempre due volte.