Confindustria. Zaina: "Paghiamo la scarsezza di infrastrutture"

Il vicepresidente: "Un’azienda si sposta non perché è cattiva. Lo fa in linea con i costi dell’energia e verso i mercati di sbocco".

Confindustria. Zaina: "Paghiamo la scarsezza di infrastrutture"

Il monito di Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia, che sta seguendo con apprensione la situazione

Le delicate situazioni di Berco e Regal Rexnord stanno tenendo banco negli ultimi giorni: due imprese accomunate dalla stessa fragilità, e da un territorio che si scopre sempre meno appetibile. A Copparo c’è un piano per 480 esuberi, a Masi Torello 77 dipendenti sono stati già licenziati. Due crisi profonde che destabilizzano il tessuto provinciale, ma soprattutto tanti operai e famiglie che da un giorno all’altro rischiano di trovarsi senza un lavoro. Ieri mattina, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento ’Work on Work’, che si terrà in fiera i prossimi 27 e 28 novembre, sulla questione è intervenuto Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia, che ha rimarcato gli aspetti critici del momento: "Inutile nasconderlo, la situazione è delicatissima – le parole di Zaina –, mi auguro che le discussioni interne tra gli organi direttivi delle aziende e i sindacati ferraresi vadano nella direzione giusta. Noi ci metteremo del nostro per far sì che si trovi una quadra, i cambiamenti e le crisi che si sono susseguite in questi anni stanno avendo un impatto sempre più grande. Diciamoci la verità, non è che uno sposta un’azienda perché è cattivo: le multinazionali si muovono in linea con alcuni filoni, dal costo dell’energia alla disponibilità della materia prima, fino ai mercati di sbocco. In questo momento il nostro mercato ha assunto contorni meno significativi rispetto ad altri, penso al Sudamerica e all’Asia. Dobbiamo quindi porci delle domande: a livello di infrastrutture, per esempio, a che punto siamo? Forse siamo più indietro rispetto ad altre realtà. Poi certo, la speranza è che la situazione possa prendere risvolti positivi – chiude Zaina –, anche perché la nostra principale preoccupazione è per gli operai e le loro famiglie. Ma ripeto, c’è un dato di fatto: il nostro territorio ha una dimensione industriale carente, e la causa di fondo va ricercata nella scadente attrattività che propone".

Nel frattempo, chi è più interessato dalla triste vicenda, ovvero gli operai della Berco e dell’ex Tollok, continua ad avere poche speranze sul buon esito della trattativa tra i vertici delle aziende e i sindacati. La questione verrà nuovamente affrontata in Regione, ad un tavolo con aziende e sindacati, il 15 ottobre.

Jacopo Cavallini