Ferrara, coniugi uccisi. Linciaggio mediatico per i killer

"Siete feccia. Alla sedia elettrica". Centinaia di messaggi di insulti per gli autori del duplice omicidio di Pontelangorino

La fiaccolata di sabato sera. Nelle due cornici i coniugi trucidati: Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni (Businesspress)

La fiaccolata di sabato sera. Nelle due cornici i coniugi trucidati: Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni (Businesspress)

Ferrara, 16 gennaio 2017 - «Sedia elettrica». «Non meritate di vivere, feccia». «Buttate via la chiave». Mentre un’intera comunità si raccoglie in silenzio a riflettere sull’orrore, c’è chi alla follia di Pontelangorino reagisce dando sfogo ai peggiori istinti. Al sicuro dietro uno schermo, lontani anni luce (almeno virtualmente) dallo strazio di parenti e amici di vittime e killer. L’angoscia e la repulsione davanti all’indicibile si sfogano sui social. I profili degli assassini, Riccardo Vincelli, 16 anni, figlio delle vittime (foto), e Manuel Sartorin (le intercettazioni dei due amici), un anno più grande, si trasformano in ricettacoli di un odio profondo e senza freni. Frasi violente, parole che tagliano e feriscono, appellativi irripetibili.

Una reazione comprensibile ma spropositata di fronte a un dramma che meriterebbe solo il silenzio. Ma invece sono in centinaia a salire in cattedra e a emettere sentenze. Il più delle volte, di morte. «Crepate, assassini bastardi» tuona qualcuno. «Speriamo che vi ammazzino in galera» si augura qualcun altro. C’è poi chi pubblica foto di cappi, già di per sé piuttosto eloquenti. E questi sono solo alcuni delle decine e decine di commenti dello stesso tenore che dal giorno dei fermi riempiono la bacheca di Manuel Sartori. Un linciaggio. Verbale, mediatico o come ci piace definirlo. Ma, di fatto, un linciaggio. Con picchi di violenza che ricordano le epoche più buie della nostra storia. Attacchi che colpiscono i responsabili del massacro (per i quali, sia chiaro, non ci sono giustificazioni né attenuanti) ma anche, a cascata, tutto il mondo che sta loro intorno. A partire dai familiari.

Sono tanti i commentatori che, dopo la scarica di insulti destinati ai due giovani, ne hanno anche per i genitori. I vacui sociologismi si accavallano. Troppo permissivi, secondo alcuni, incapaci di educare secondo altri. «Svegliatevi, questi due erano ragazzi senza regole, degli sbandati – sbotta una commentatrice –. Ma quale madre manda il figlio 16enne in giro fino alle 5 del mattino per poi andare a scuola a dormire sul banco per le prime tre ore?». O peggio. «Sei una nullità. Ancor di più chi ti ha partorito, nutrito, alimentato e cresciuto». Manciate di sale sulle ferite già aperte di famiglie stravolte dal dolore. Anche loro vittime di quel gesto assurdo. Insomma, un fuoco di fila che non risparmia nessuno. Si tira nel mucchio con la semplicità (e la protezione) che offrono i social network.

Non-luoghi in cui si insulta e si augura la morte con una semplicità aberrante. La stessa facilità (con le dovute differenze, sia ben chiaro) con cui Riccardo e Manuel hanno pianificato e realizzato il duplice omicidio. Un automatismo lubrificato dall’effetto anestetizzante che queste realtà virtuali operano sui sentimenti e sull’etica. Si augura la morte o si invita al suicidio (i messaggi di questo tipo sul profilo di Sartori si sprecano) con la stessa leggerezza con cui si mette ‘mi piace’ sotto una foto scattata in spiaggia.

Intanto  prosegue il lavoro degli inquirenti sul massacro di via Fronte Primo Tronco. Oggi (alle 9.30 a Cona) verranno effettuate le autopsie sulle salme di Salvatore Vincelli e Nunzia di Gianni. Nelle prossime ore dovrebbe poi essere deciso il trasferimento di uno dei due ragazzi. È possibile che possa trattarsi di Riccardo Vincelli. Le prime indiscrezioni parlavano di Torino, città in cui vivono alcuni dei suoi familiari.