"Conte, Reddito di cittadinanza e cecità politica"

Caro Carlino,

basta andare un po’ indietro nel tempo, neanche tanto, per inquadrare la faccia visibilmente soddisfatta di ‘Giuseppi’ Conte al fianco dei due componenti di primo piano del governo gialloverde di infausta memoria. ‘L’avvocato del popolo’ a detta sua, il signor nessuno assunto dalla bassa politica, il signorotto giurista in stile borbonico alle prese con la scalata, sempre a detta sua, iniziata per il bene del popolo. Persona di dubbio se non inesistente spessore morale, senza lungimiranza, giudicato inadatto perfino dal fondatore del Movimento 5 Stelle, e a ragion veduta, a svolgere quella mansione di leader che il suo ego sconfinato gli dettava. Da presidente del Consiglio, oltre alla declamata incapacità, autore di danni a iosa, capace persino di prendere in giro gli italiani con le sue improvvide conferenze stampa. E con il peso della coscienza a fornire assurde spiegazioni del suo comportamento irresponsabile nei momenti iniziali della pandemia, con morti innumerevoli che solo un suo comportamento responsabile e adeguato alla carica ricoperta avrebbe evitato. E adesso a minacciare la ‘guerra civile’ se solo il governo futuro si sognasse, a detta sua, di revocare il cavallo di battaglia, ovvero il reddito di cittadinanza. Comportamento carico solo della sua cecità politica. Saverio Mosca