Verbali sospetti alla coop Coccinelle

Nei guai la moglie dell’assessore. Con l’ex presidente e segretario. Udienza preliminare a marzo

Alcuni alunni (foto archivio)

Alcuni alunni (foto archivio)

di NICOLA BIANCHI

Ferrara, 25 ottobre 2017 - UN BUCO da 400mila euro, una cooperativa che fallisce, due assemblee con presunti illeciti e soci che denunciano di aver fatto parte del consiglio di amministrazione ma a loro insaputa. Il caso è quello della coop Acli Coccinelle, salito alla ribalta nel 2014, pronto ora a finire in tribunale per fare definitiva chiarezza. C’è già un’udienza preliminare fissata per il 15 marzo e due persone per le quali il pm Patrizia Castaldini ne chiede il giudizio: Mirco Rubbi, prima segretario e poi presidente della cooperativa, e Paola Coluzzi, stessi ruoli e uno dei soci fondatori delle Coccinelle (nel 1998 assieme al marito Aldo Modonesi, oggi assessore comunale).

Rubbi e Coluzzi devono rispondere di illecita influenza sull’assemblea, articolo 2636 del codice civile, dopo che il tribunale, nell’estate 2016, aveva archiviato la precedente iscrizione per falso in scrittura privata.

VERBALI SOSPETTI. «Diciamo che i miei clienti si sono resi conto con stupore che a loro insaputa avevano fatto parte del consiglio di amministrazione». Una frase sibillina pronunciata il 17 dicembre 2015 al Carlino dall’avvocato Dario Bolognesi il quale annunciava un esposto in procura per presunte irregolarità in due assemblee della cooperativa: il 6 settembre 2010 e il 16 dicembre 2012. Nella prima (Coluzzi presidente e Rubbi segretario) all’ordine del giorno vi erano la dimissione del consigliere Alfredo Corallini e il rinnovo delle cariche sociali. Nell’atto, con segretario e presidente, compare il nome di Valentina Marini tra i membri d’assemblea. Non solo: «La signora Coluzzi – si legge – invita i soci intervenuti ad esprimersi e a deliberare in merito alle dimissioni del consigliere e propone quale nuovo membro Valentina Marini». L’assemblea, «all’unanimità e dopo ampia discussione», delibera «di accettare» entrambe le questioni con l’aggiunta che «per il triennio, la società sarà amministrata da un Cda di tre membri». Coluzzi, Rubbi e Marini. Peccato che quest’ultima, a quell’assemblea sostenga di non aver mai preso parte, e lo spiegherà davanti alla polizia giudiziaria: «Nell’estate 2015 apprendevo da alcune colleghe di Monestirolo che risultavo fare parte del consiglio. Ho effettuato una visura per verificare la fondatezza dell’informazione e con mio stupore ho notato che ero già stata inserita dal 2010 e confermata negli anni successivi».

L’ALTRO NOME. Due anni dopo, altro verbale di assemblea contestato. Quello del 16 dicembre 2012: all’ordine del giorno questa volta ci sono le dimissioni del consigliere Paola Coluzzi (diventato nel frattempo segretario) e il rinnovo delle cariche sociali. Oltre a Rubbi, che firmò il documento in qualità di presidente e alla Coluzzi, compare ancora il nome di Marini e, novità, quello di Maria Federica Bego. «Non ero a conoscenza di tale nomina – dirà quest’ultima poi agli inquirenti – perché non ero presente a quella assemblea e non ho mai firmato nulla in merito». La parola al tribunale.