Coronavirus Ferrara, la storia di Stefano "Come vivo con 180 euro di cassa integrazione?"

Ha 32 anni e fa il portapizze nel Bolognese: "La cassa di aprile e maggio non è arrivata. Mangio grazie alla Caritas"

Stefano Fiorini ha 32 anni e vive a Poggio Renatico

Stefano Fiorini ha 32 anni e vive a Poggio Renatico

Ferrara, 18 giugno 2020 - C’è un prima e un dopo Covid, in questo anno ostinato e contrario. Perché l’emergenza sanitaria deragliata in emergenza economica e quindi sociale ha tagliato molte esistenze a metà, come mele. "Prima ero in procinto di stipulare un mutuo per l’acquisto della casa. Dopo? Dopo mi ha salvato la Caritas, con dei pacchi di pasta". Stefano Fiorini ha 32 anni, abita a Poggio Renatico, vive da solo.

Lavora come portapizze per una pizzeria nel bolognese. Contratto a tempo indeterminato, che significa la possibilità di piantare sogni nella prateria del futuro. Di prendersi impegni, anche economici, come un mutuo. Poi questo maledetto virus, la chiusura della pizzeria durante il lockdown, la cassa integrazione. Che non arriva. L’inghippo è qui. Il nodo che ha strozzato la possibilità di ‘tirare avanti’, in attesa che poi il lavoro riprenda. "La cassa integrazione? In tre mesi ho ricevuto soltanto 180 euro". Centottantaeuro.

La storia di questo poggese si incunea chissà come quante altre nella pancia di questi mesi difficili e imprevedibili, che hanno scoperto una ‘macchina-Stato’ di fatto impreparata a stare al passo con le esigenze della vita reale. Fiorini ha i resoconti bancari sotto mano, ma le cifre e le date le ha fissate bene in mente. "Poco prima che esplodesse la pandemia avevo già iniziato le pratiche per il mutuo della casa. Il rogito – spiega – è poi slittato per il Covid al 7 luglio. Così ora pago un affitto di 350 euro. Per fortuna la proprietaria di casa, dimostrando grande umanità, mi ha bloccato le rate per questi mesi in cui, di fatto, non ho entrate". Fiorini è stato messo in cassa integrazione dal 19 marzo, in attesa che per la pizzeria il giro di affari torni tale da riuscire poi rimetterlo in pista. "Il punto – spiega masticando amarezza – è che ho ricevuto soltanto 180 euro di cassa integrazione il 12 maggio, relativi al mese di marzo. Per fortuna il mio datore di lavoro, una persona eccezionale, mi ha versato 320 euro come acconto per venirmi incontro. Non finirò mai di ringraziarlo".

Ma Fiorini è ancora senza i soldi della cassa integrazione di due mesi: aprile e maggio. Ha provato ad andare alla radice del problema, a capire come sbloccare la situazione: "L’ente erogatore – precisa – è il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, con sede a Roma, ma che ha anche una ‘succursale’ regionale, l’Eber. Ho contattato gli uffici, e mi hanno spiegato che stanno aspettando che lo Stato eroghi i soldi per noi artigiani. Dall’Eber di Bologna mi hanno quindi rimbalzato a Roma, e da qui alla Cna nazionale". Una corsa a ostacoli. "A questo punto mi hanno addirittura rimandato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ho chiamato questa mattina (ieri, ndr) . Mi hanno invitato a scrivere una email". E poi? "E poi stiamo a vedere. La verità è che nel mondo dell’artigianato siamo lasciati a noi stessi, dimenticati".

Nel frattempo le settimane erodevano i risparmi. "I soldi che avevo in banca – racconta con dignità Fiorini, la dignità di chi lavora onestamente – li ho usati per pagare la rata del finanziamento dell’auto. Ma non sapevo come mangiare".

I servizi sociali di Poggio, a cui si è rivolto, lo hanno indirizzato alla Caritas di Gallo: "Mi hanno dato un pacco alimentare, ed è stato un aiuto. E devo ringraziare anche un mio amico, che mi ha donato i croccantini per i miei tre cani". Ma sono tante le rinunce che ha dovuto mettere in fila: "Ho rinunciato ad esempio a fare l’assicurazione dell’auto, per questi mesi". E così, mentre attende che la cassa integrazione torni a dargli un po’ di ossigeno, Fiorini cerca di consolarsi guardando l’unico lato positivo della situazione. Quello che non ha a che fare con i numeri, ma con l’invisibile: "Il mio datore di lavoro ha fatto di tutto per starmi vicino in questo periodo e venirmi incontro. Mi ha dato una mano anche a livello burocratico e di consigli. Si è dimostrato di grande cuore e umanità. Non finirò mai di ringraziarlo". © RIPRODUZIONE RISERVATA