Coronavirus Ferrara, Unife. "Lauree in streaming e appelli a marzo"

Il piano del rettore Giorgio Zauli per affrontare l’emergenza Coronavirus: "Non gravare sui posti letto nei reparti di rianimazione"

Il numero uno del nostro ateneo, Giorgio Zauli (businesspress)

Il numero uno del nostro ateneo, Giorgio Zauli (businesspress)

Ferrara, 26 febbraio 2020 - Cronache dal buonsenso ritrovato. In tempi di untori e appestati, cercare di normalizzare la percezione e la gestione del Coronavirus è sforzo degno di nota. In questo, il rettore di Unife Giorgio Zauli, si fa dare del lei.

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Rettore, lezioni sospese, università chiusa. Quanto durerà ancora questa fase emergenziale? "Non da escludere a priori che queste chiusure e le sospensioni di tutte le attività didattiche si possano prolungare anche oltre domenica primo marzo. Ad ogni modo, l’ateneo anche per via del grande numero di studenti che abbiamo via via accolto nel corso del tempo, è attrezzato per far fronte a questa situazione".

In che modo? "Da tempo ormai abbiamo predisposto che le lezioni e i contenuti didattici dei corsi fossero disponibili e fruibili anche in rete. Questo ci permetterà, qualora ce ne fosse bisogno di proseguire con l’attività didattica anche ad aule chiuse".

Per dare modo agli studenti di poter sostenere gli esami, si stanno valutando misure straordinarie? "Mentre per le lezioni è paradossalmente più semplice, anche per i professori che possono registrare i loro corsi in autonomia, per gli esami la situazione è un po’ più complessa anche a livello logistico. Il nostro intendimento è quello di concedere, anche nei periodi non tradizionalmente ascrivibili alle sessioni canoniche, appelli straordinari. A partire proprio da marzo, emergenza permettendo. Chiaramente questa decisione sarebbe funzionale ad agevolare studenti e professori evitando loro di dover sostenere gli esami molto più avanti rispetto al calendario didattico fissato".

Un altro problema è rappresentato dalle sessioni di laurea che, per via della ‘grande paura’, sono saltate. Come comportarsi in questo senso? "Stiamo ragionando su come evitare di far perdere troppo tempo ai laureandi. Da questo punto di vista sono al vaglio due ipotesi che, peraltro, potrebbero essere complementari: da un lato dare la possibilità agli studenti di discutere le tesi al sabato, restringendo il più possibile la cerchia di pubblico, evitando così il rischio di assembramenti. La seconda ipotesi è quella di optare per la discussione del documento finale del percorso di studi via streaming".

Come è la percezione dell’emergenza sanitaria dal punto di vista degli studenti? "Ho colto sicuramente una certa preoccupazione. Ma occorrono nervi saldi. Niente allarmismo e, soprattutto, confidare nel nostro sistema sanitario nazionale che si sta mostrando una vera eccellenza".

Lei, da medico, come vede questo Coronavirus? "Per un lungo periodo della mia carriera da medico, ho lavorato al centro virologico di Bologna quindi mi sento di parlare della materia con una certa cognizione. E’chiaro: si tratta di un viurus nuovo, paucisintomatico e che, abbiamo visto, si rivela letale per le persone già affette da patologia gravi e precedentemente manifeste e conclamate. Il punto vero è che si può manifestare in polmonite. Da questo punto di vista occorre che i focolai siano contenuti per evitare che i casi pesino sui posti disponibili nelle rianimazioni. Questa è la vera emergenza".