FEDERICO MALAVASI
Cronaca

“Il corriere della droga fu ucciso”

Svolta nell’inchiesta sul cadavere trovato lungo l’Adriatica: c’è un indagato. Solomon Okocha doveva portare mezzo chilo di eroina da Torino a Ferrara. A causarne la morte è stata la rottura di un ovulo che aveva ingerito. Il connazionale non lo avrebbe aiutato mentre era in overdose

Ferrara, 13 dicembre 2023 – Solomon Okocha, il 33enne nigeriano trovato senza vita il 12 marzo del 2020 lungo l’Adriatica all’altezza di Monestirolo, è stato ucciso.

E per quella morte rimasta a lungo avvolta nel mistero, gli inquirenti hanno individuato un presunto responsabile. Dopo tre anni di indagini, la procura ha chiuso il cerchio intorno a un connazionale della vittima, Victor Chukwuyekwu Obileme, cinquant’anni. L’uomo (difeso dall’avvocato Giovanni Sorgato) è indagato per omicidio e per aver trasportato droga attraverso il 33enne (un imbianchino incensurato).

I pubblici ministeri Barbara Cavallo e Isabella Cavallari hanno da poco concluso le indagini su una tragedia nata e consumata all’interno del mondo dello spaccio. Se infatti sin dalle ore immediatamente successive è stata chiara la causa del decesso di Okocha – causato dalla rottura di uno dei 39 ovuli di eroina che nascondeva in pancia combinata all’ostruzione dello stomaco – più complesso è stato riscostruire il ‘contorno’.

Un aiuto in questo senso è arrivato anche da un’inchiesta della guardia di finanza di Trieste, impegnata a indagare su un ampio giro di stupefacenti. Tra le conversazioni intercettate dalle fiamme gialle giuliane ce n’era una in cui si parlava di un corriere morto durante il trasporto di un carico e abbandonato senza vita sul ciglio della strada dai complici, tra Ferrara e Bologna. Parole che hanno subito portato alla vicenda di Monestirolo.

Grazie a questo contributo e al lavoro dei carabinieri del comando di Ferrara, la procura è finalmente arrivata a ricostruire i dettagli dell’accaduto, individuando un sospettato. Secondo il quadro accusatorio, Obileme avrebbe incaricato Okocha di trasportare 466 grammi di eroina suddivisa in 39 ovuli da Torino a Ferrara (sostanza che si sarebbe ‘trasformata’ in oltre 7.500 dosi da smerciare nelle piazze di spaccio).

Il 10 marzo il 33enne ingerisce la droga e arriva in città il giorno dopo con il carico. Durante il trasporto, però, uno degli ovuli si rompe rilasciando circa sei grammi di eroina. Abbastanza per intossicare Okocha fino a ucciderlo.

Il corriere inizia quasi subito a sentirsi male e, tra dolori lancinanti, alle 6.30 dell’11 marzo bussa alla porta di casa dell’indagato, dove aveva appuntamento per espellere la droga. Pur vedendolo stare male – è la tesi dell’accusa –, il 50enne avrebbe evitato di chiamare i soccorsi, provocando la morte del connazionale. Il tutto per evitare di mettere a rischio il proprio traffico. Dopodiché, Okocha viene scaricato sul ciglio della Statale, dove alcune ore più tardi verrà notato da un passante. Secondo gli inquirenti, il 33enne sarebbe stato trasportato nel punto in cui è stato abbandonato quando ormai era già morto.

Oltre al traffico di droga, la procura contesta quindi a Obileme di aver cagionato la morte del connazionale in due modi: sia commissionandogli il trasporto con quelle pericolose modalità che evitando di prestargli soccorso mentre era in evidente overdose.