"Corsi per chi ha perso il lavoro: è boom"

Il presidente di Cesta, Giovanni Lolli: "Un trend in aumento negli ultimi anni. Cerchiamo di crescere professionalità utili al territorio"

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di Federico Di Bisceglie

"Da almeno vent’anni organizziamo corsi di formazione per i disoccupati. Ma, dal 2008, c’è stato un vero e proprio boom che non accenna ad attenuarsi". Giovanni Lolli è il presidente del centro di formazione professionale Cesta, una delle eccellenze del nostro territorio in questo settore. Da anni, si occupa di gestire a vari livelli la struttura che, fin dalla nascita, ha dedicato ampio spazio alla formazione delle persone disoccupate in cerca di lavoro.

Lolli, il nostro è un territorio che, dal punto di vista occupazionale, non brilla per opportunità. Ha ancora senso fare corsi per disoccupati?

"A nostro modo di vedere ha senso, per prima cosa perché si offrono alle persone delle nuove opportunità e degli affacci lavorativi che sennò non avrebbero. D’altra parte, ciò che differenzia i nostri corsi di formazione dagli altri, probabilmente è l’approccio metodologico".

A cosa fa riferimento?

"I percorsi formativi che noi proponiamo, sono il frutto di un confronto con le associazioni di categoria, i sindacati e in generale tutti gli attori economici del territorio. In questo modo, cerchiamo di dare delle opportunità che si possano tradurre il più possibile in sbocchi occupazionali".

Di che tipo di professionalità necessita il nostro territorio?

"Posso dire che noi offriamo quattro tipi di percorso formativo. Il primo è destinato a coloro che vogliono diventare addetti meccanici. Il secondo, un pochino più complesso sotto il profilo delle competenze, è finalizzato a formare dei meccatronici. Poi abbiamo il terzo filone che, a sua volta, si divide in due parti: quella dedicata al percorso per diventare operatore socio-sanitario e quella per diventare operatore della ristorazione. Infine, la novità è il percorso formativo dedicato all’agricoltura di precisione. Ovviamente, tutto il piano dell’offerta è finanziato da stanziamenti regionali o dal fondo sociale europeo".

Quando ha iniziato a notare un aumento delle iscrizioni di disoccupati?

"Il 2008 è stato l’anno che ha segnato più profondamente il mercato del lavoro. Da allora, le richieste sono aumentate. Fino al 2012 c’è stato di anno in anno un aumento esponenziale. Poi una sostanziale stabilizzazione fino al 2017. Dal 2018, di nuovo un incremento di disoccupati. La pandemia, ha fatto il resto".

Annualmente quante persone formate?

"Attraverso i corsi per i disoccupati formiamo dalle 350 alle 450 persone ogni anno. Complessivamente, come struttura, ne abbiamo circa duemila e cinquecento. Ma, la novità, è un’altra".

Ossia?

"Siamo, penso, l’unico centro di formazione professionale che ha organizzato un corso specifico di alfabetizzazione per i profughi ucraini. Attualmente, abbiamo già 17 iscritti".