"Così ho soffocato mamma con un cuscino" Morta in via della Ghiara, il racconto del figlio

Non sono emersi contrasti tra i due. Franzolin era legato alla madre ma ha detto di essersi offeso dopo un suo rimprovero. Oggi l’autopsia

Migration

di Federico Malavasi

Avrebbe soffocato l’anziana madre con un cuscino e poi avrebbe deciso di farla finita, chiudendosi in una stanza e lasciando scritte in un biglietto le sue ultime volontà. Questo, almeno, è quello che ha ripetuto per ore il 47enne Stefano Franzolin. L’uomo ha infatti ‘confessato’ (prima ai fratelli e poi agli inquirenti) di essere il responsabile della morte di Alberta Paola Sturaro, 75enne nata a Rovigo ma residente con i tre figli in via della Ghiara. Un giallo sul quale, al momento, di certo c’è ben poco. Già, perché finora gli inquirenti non sono riusciti a stabilire come sia morta la pensionata e se le parole del figlio – affetto da problemi psichiatrici noti ma non certificati – siano o meno attendibili. Il luogo del ritrovamento del corpo non ha fornito molti elementi ai carabinieri. Nella stanza non c’erano infatti segni di colluttazione o disordine. Il corpo di Alberta Paola era composto sul letto, come se fosse morta nel sonno. Su di lei nessuna traccia evidente di violenza né di lotta. Gli unici particolari notati dal medico legale sono alcune lesioni all’interno della bocca della vittima. Elementi che potrebbero essere compatibili anche (ma non solo) con un soffocamento. A fare chiarezza sull’accaduto sarà l’autopsia. Il pubblico ministero Ombretta Volta ha fissato per stamattina il conferimento dell’incarico per gli accertamenti medico legali e tossicologici sulla vittima. La scelta del magistrato è caduta sul medico legale Letizia Alfieri e sulla tossicologa Francesca Righini. Gli esperti dovranno stabilire ora e causa del decesso e se i risultati siano compatibili con il racconto dell’indagato.

Intanto, col passare delle ore trapelano nuovi dettagli sulla ricostruzione che Franzolin ha fornito agli inquirenti su quanto accaduto la mattina di lunedì al civico 2 di via della Ghiara. A quanto si apprende, non ci sarebbero stati in passato particolari motivi di attrito tra lui e la madre. Anzi – come specifica il suo legale, l’avvocato Alberto Bova – il 47enne è sempre stato vicino alla donna aiutandola, assistendola e difendendola anche nei momenti più difficili, come la complessa separazione dall’ex marito. Quindi, qualora dovesse essere confermata la pista dell’omicidio, occorre capire cosa possa aver fatto scattare il raptus. Per adesso è difficile dirlo. L’unico elemento emerso finora fa riferimento a una discussione avvenuta alcuni giorni prima tra madre e figlio. Al centro, il pagamento di una bolletta. In quel contesto la donna avrebbe detto al figlio che era diventato "come suo padre". Una frase teoricamente innocua, ma che l’uomo potrebbe avere interpretato come un’offesa. Il collegamento tra quella discussione e la morte della donna è però tutto da verificare.

A pm e carabinieri Franzolin ha poi raccontato quello che sarebbe accaduto lunedì, fino alla scoperta del corpo senza vita della 75enne. Intorno alle 6, non riuscendo a dormire, il 47enne avrebbe iniziato a girare per la casa. Sentendolo passare – sempre a suo dire – la madre gli avrebbe detto qualcosa, forse un rimprovero. A quel punto lui sarebbe entrato in camera soffocandola con un cuscino. Subito dopo ha raccontato ai fratelli di avere ucciso la mamma, per poi chiudersi in una stanza al piano terra minacciando di farla finita con un coltello. A sbloccare la situazione è stato l’intervento dell’avvocato Bova che, dopo una delicata trattativa, lo ha convinto a rinunciare ai propositi autolesionistici e a uscire.

La ‘confessione’ di Franzolin, alternata a frasi sconnesse e farneticanti, deve ora essere messa alla prova dei fatti. Gli inquirenti hanno messo sotto sequestro le stanze interessate dall’accaduto e ora si attendono gli esami medico legali per poter capire se effettivamente la donna sia stata assassinata o se invece sia stata stroncata da un malore. Nel secondo caso il figlio, vista anche la sua particolare situazione, potrebbe essersi colpevolizzato al punto da auto-accusarsi di averla uccisa. Al momento però, non ci sono certezze né in un senso né nell’altro. Per Franzolin (indagato per omicidio) non è stata emessa alcuna misura cautelare. Si è invece optato per un ricovero volontario nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Cona in attesa di sviluppi. "Ho apprezzato il comportamento del pubblico ministero – ha commentato Bova –: ha subito compreso la particolare situazione del mio assistito".