"Così Fabbri denigra, pensi all’impegno della Caritas"

La Chiesa di Ferrara sostiene modelli sociali improntati al bene comune, inclusivi e aperti ad un orizzonte globale. Il vescovo invita a una città aperta, inclusiva, che sappia accogliere, tutelare, promuovere e integrare, dove un Cpr non ha senso di esistere.

Riceviamo e pubblichiamo:

Come membri del laicato cattolico siamo in piena sintonia con il nostro vescovo in merito allo studio di fattibilità di un Cpr. Abbiamo letto con profondo fastidio i giudizi del sindaco nei suoi confronti, volti a denigrarne l’operato e a diffondere informazioni false sull’azione delle strutture caritative della Diocesi. Accusa il sindaco: "Perché è bello parlare di accoglienza, umanità, diritti, come il nostro vescovo ma solo fino a quando queste persone restano lontane dal proprio percorso quotidiano". Ci stupisce che non sappia che ogni giorno tantissime persone si rivolgono alla mensa della Caritas e di altre associazioni per colazione, pranzo e cena, che molte parrocchie sono dotate di centri di ascolto a sostegno delle povertà, che ogni settimana vengono distribuiti alimenti e indumenti, che sono attivi in città, alla Caritas, un servizio docce e cambio biancheria e ambulatori gratuiti (medicina generale, ginecologico, pediatrico) per i più bisognosi. Molti profughi di guerra, inoltre, sono stati accolti nelle strutture diocesane. Infine è attivo un progetto di accoglienza residenziale per donne e minori richiedenti asilo. Questo impegno caritativo è rivolto a chiunque ne abbia bisogno indipendentemente dalla sua provenienza e realizzato in collaborazione con i servizi sociali e le istituzioni locali che il sindaco rappresenta. Tutto ciò significa che la Chiesa di Ferrara non "spalanca le porte di casa"? Se da domani dovessimo rinunciare a questa rete di solidarietà cosa succederebbe nel nostro territorio? Chi spalancherebbe le porte? Siamo molto curiosi. In sintonia con il nostro pastore, riteniamo che sia compito fondamentale della comunità cristiana sostenere modelli sociali improntati ai valori del bene comune che è in sé inclusivo e aperto ad un orizzonte globale. Per concludere riprendiamo le lungimiranti parole del vescovo: "Più che una città carcere, il futuro di Ferrara, dovrebbe essere quello di una città aperta, inclusiva, che sappia accogliere, tutelare, promuovere e integrare" e dove un Cpr non ha senso di esistere.

Consiglio diocesano Azione Cattolica, Associazione Salesiani Cooperatori,

Acli, Agesci, Masci, Movimento

Rinascita Cristiana