"Costruiamo insieme un’idea di futuro Puntare su imprese, giovani e cultura"

Il commissario straordinario della Camera di commercio, Paolo Govoni: "Nessuna singola parte sociale o singola parte politica o amministrativa può pensare di affrontare da sola le sfide che ci attendono"

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Dalle pagine del nostro giornale ha più volte segnalato la necessità di un progetto di sviluppo condiviso. Questa provincia, da grande, ha deciso cosa vuol fare?

"Oggi più che mai – risponde Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – serve avere uno sguardo ampio sul mondo e sul nostro territorio. Da una parte abbiamo bisogno di capacità politiche, sociali ed economiche per affrontare l’emergenza di un sistema in difficoltà a causa delle tensioni internazionali, dall’altra, però, le complessità del momento non devono ostacolare la costruzione di un’idea di futuro della provincia e di quello che vogliamo essere. Sia ben chiaro: nessuna singola parte sociale o singola parte politica o amministrativa può pensare di affrontare da sola le sfide che ci attendono, con una propria ricetta".

Di recente è stato sottoscritto il Patto per il lavoro a Ferrara e siamo già alle prese con un nuovo scenario internazionale. E’ superato?

"Il metodo della condivisione per l’individuazione di progettualità condivise non è mai superato, purché imprese e lavoro siano messi davvero al centro dell’iniziativa politica e delle strategie di sviluppo del territorio. Parliamo spesso delle piccole e medie imprese, senza tuttavia raccontare mai chi sono realmente i nostri imprenditori: 37.280 ferraresi che non si rassegnano di fronte alle difficoltà e che, rischiando in proprio, contribuiscono in modo decisivo alla creazione del PIL e all’occupazione".

Un richiamo, il suo, alla centralità dell’impresa. Quali i temi su cui lavorare?

"Fare del Porto di Ravenna e dell’Aeroporto di Bologna infrastrutture decisive per la crescita anche del sistema economico locale, favorire un accesso al credito non vessatorio, agevolare una transizione ecologica fattibile e non ideologica, valorizzare l’istruzione tecnica e scientifica, in parallelo alla spinta sulla transizione digitale: questi alcuni dei temi su cui bisogna lavorare senza indugio, non dimenticando la valutazione (preventiva ed ex post) dell’impatto di ogni singola norma sulle aziende e la compensazione degli eventuali nuovi oneri".

Diversi gli infortuni sul lavoro anche nella nostra provincia: cosa si può fare per risolvere questo problema?

"È uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rende disponibili risorse significative. E’ una responsabilità che appartiene a tutti e che rappresenta una prova di maturità e di coesione sociale. Il costo della ripresa, grande o piccola che sia, non può essere pagato in termini di vite umane".

Tanti giovani lasciano la nostra provincia per necessità e non per scelta.

"La mobilità dei giovani e la loro voglia di conoscere e di costruire relazioni con coetanei di altri Paesi, utilizzando quello strumento straordinario che è la libera circolazione delle persone, è una grande ricchezza, ma in questo scambio di umanità e di intelligenze Ferrara non deve impoverirsi. Aprire la nostra Università, le nostre imprese e le nostre istituzioni per attrarre talenti mentre i nostri giovani studiano e lavorano altrove con successo: questo è il tessuto connettivo che vogliamo e a cui stiamo lavorando".

I dati del vostro osservatorio ci dicono che è cresciuto il ruolo della cultura nell’economia ferrarese.

"La cultura è un formidabile motore di crescita, attrae turismo rendendolo più maturo perchè capace di conoscere e di apprezzare e, dunque, più consapevole. Ferrara dispone di un patrimonio culturale unico, un patrimonio che dobbiamo certamente custodire, ma anche valorizzare, incrementare ed integrare con nuove opportunità".

A Ferrara, come in Italia, è emergenza demografica

"Il calo delle nascite nella nostra provincia tra il 2009 e il 2021 è stato del -33%. La quota di popolazione attiva (15-64 anni) sul territorio è scesa dal 63,5% al 61% e quella dai 65 anni in su è passata dal 25,7% al 28,5%. Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato una diffusa precarietà. Ma invertire la rotta si può, strumenti e misure per uscire dalla trappola demografica esistono e sono già stati sperimentati con successo in Europa. Anche per questo, in collaborazione con le associazioni di categoria, abbiamo messo a punto un importante pacchetto di risorse a sostegno del welfare e della genitorialità".

Quale futuro per Ferrara?

"Dobbiamo diventare ancora più attrattivi verso le imprese, migliorando ambiente operativo e infrastrutture, e più attraenti verso le persone, in particolare giovani e donne, con formazione e percorsi professionali adeguati utilizzando al meglio le risorse locali. Un cammino certamente ambizioso ma possibile perché progettare il futuro, a partire dalle difficoltà e dalle sfide che stiamo vivendo, è la strada per governare bene anche il presente. Vede, non possiamo rallentare quando il mondo intero è in movimento".

c. b.