Unife Medicina a Cotignola, 27 studenti nel limbo

A pochi giorni dall’inizio delle assegnazioni ministeriali alle varie sedi, i ragazzi attendono ancora il via libera al corso di laurea in Medicina

I test di ingresso a Medicina che si sono svolti nei giorni scorsi alla Fiera

I test di ingresso a Medicina che si sono svolti nei giorni scorsi alla Fiera

Ferrara, 11 settembre 2020 - Sono ventisette gli studenti e le altrettante famiglie che stanno aspettando il via libera per l’accreditamento del nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia di Unife a Cotignola. Ma il problema è sempre il parere mancante di Anvur. O meglio: l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario avrebbe già più volte ribadito la bontà del progetto di collaborazione tra il nostro ateneo e il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, salvo poi non esprimere un giudizio definitivo in mancanza del parere della Regione. Ma, anche in questo caso, l’allora assessore all’Università Patrizio Bianchi aveva mandato una missiva (era il 19 di dicembre dello scorso anno) al rettore Giorgio Zauli, esprimendo il suo encomio per l’operazione.

Anche il Ministero, in questo quadro già a tinte ben poco chiare, non ha contribuito a dipanare i dubbi. Ora, però, il quadro si aggrava ulteriormente perché a partire dal 29 settembre inizieranno le assegnazioni ministeriali per destinare i ragazzi che hanno fatto il test, in base al punteggio, nelle diverse sedi delle università. Mancano quindi pochi giorni e ancora nessuna risposta. Ma facciamo un passo indietro ulteriore per capire il livello di complicazioni a cui il nostro ateneo è andato e sta andando incontro. Il 3 agosto il rettore Zauli ha mandato una sollecitazione all’Anvur affinché pervenisse il via libera per Cotignola. Poco più di un mese dopo, il numero uno di Unife è stato audito in via telematica dal consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale di valutazione. Da allora, tutto tace. Ora le strade che si profilano sono essenzialmente due per il nostro ateneo. Da un lato c’è la via ‘legale’, già peraltro paventata sulle nostre colonne dallo stesso Zauli. L’obiettivo sarebbe di ricorrere al tribunale amministrativo del Lazio per avere una risposta definitiva e fuori dall’ambiguità che in questi mesi ha caratterizzato i riscontri che sono pervenuti a Ferrara. Il rischio di questa operazione è comunque lampante: si tratterebbe di un passaggio forzoso che comprometterebbe ulteriormente rapporti già non facilissimi. Beninteso: non certo per colpa dei vertici dell’Ateneo. Al probabile ricorso al Tar da parte di Unife va appaiata un’altra ipotesi per nulla peregrina. Qualora la risposta che darebbe il la per l’avvio delle attività didattiche a Cotignola non dovesse arrivare, o comunque non arrivare in tempo utile, le famiglie dei ragazzi che l’hanno scelta come prima sede (e non solo) avrebbero tutte le carte in regola per presentare un ricorso. L’intendimento comunque è quello di trovare una quadra per una soluzione in un certo senso ‘conciliativa’.

"Auspico – puntualizza Zauli – che il Ministero possa concedere a Ferrara una soluzione in deroga come è successo con l’università di Bari e la sede di Taranto. Credo che il nostro ateneo abbia svolto tutti i passaggi formali e sostanziali per arrivare ad accreditare il nostro progetto come valido".