Country Club Fossadalbero, una cordata per salvarlo

L’imprenditore Riccardo Maiarelli si fa garante del salvataggio dell’immobile dalla possibile vendita

Una veduta della quattrocentesca Delizia fatta costruire dal marchese Niccolò III d’Este

Una veduta della quattrocentesca Delizia fatta costruire dal marchese Niccolò III d’Este

Ferrara, 9 giugno 2019 - Si intravede una nuova speranza nel futuro della delizia estense di Fossadalbero, attualmente in semi abbandono. Proprio quando sembrava ormai a un passo la liquidazione della società immobiliare proprietaria dell’edificio, l’assemblea degli azionisti riunitasi lo scorso 9 maggio ha deciso di tentare un ultimo salvataggio per evitare la rovina dell’antica dimora, o perlomeno per scongiurarne la vendita altrimenti inevitabile. A Fossadalbero i cancelli sono infatti chiusi da ottobre, dacché il Country Club ha smesso di funzionare sotto il peso dei debiti; il circolo privato, inquilino della delizia, si è sciolto, e l’aumento di capitale, chiesto in precedenza ai cinquecento azionisti proprietari, in parte pure frequentatori dello stesso sodalizio, non aveva raggiunto la soglia necessaria a realizzare il rilancio della struttura.

Esaurita la liquidità raccolta con la fallita operazione, a fronte di un crescente rischio di insolvenza per il passivo che nel frattempo aveva continuato ad accumularsi, lo spettro di perdere il proprio bene era concreto. L’assemblea ha però votato per essere riconvocata in modo da esprimersi su un nuovo aumento di capitale. A fare la differenza, a questo punto, è stato l’intervento dell’imprenditore Riccardo Maiarelli, a nome di un gruppo di azionisti che si sono dichiarati disponibili a garantire un congruo importo in caso di bisogno. L’auspicio è che una buona parte dei proprietari, motivati dall’opportunità di mantenere il palazzo, aderisca comunque all’aumento di capitale già indicato all’ordine del giorno dell’assemblea fissata per il prossimo 30 giugno, esercitando la propria opzione.

Nel caso tuttavia le sottoscrizioni ancora non bastassero, ci sarebbe questa volta un "paracadute" sufficiente a conferire le risorse per riprendere le attività; di sicuro in una forma diversa da quella del circolo, che aveva sofferto il mancato ricambio generazionale e una calante partecipazione. Un’ipotesi verosimile potrebbe prevedere una gestione affidata a terzi, valutando poi le modalità di accesso al complesso che, al di fuori del fabbricato, comprende piscine, campi da calcio e da golf, e un ampio giardino. Da un lato sta il desiderio di alcuni di mantenere un godimento quasi esclusivo, dall’altro la consapevolezza che qualche forma di apertura renderebbe economicamente più sostenibile la tutela del bene.